Dal confine Tre morti in due incidenti in montagna tra Comasco e Lecchese

SDA

25.2.2023 - 21:01

Immagine d'illustrazione
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Twitter Vigili del Fuoco

Tre persone decedute: è questo il bilancio tragico di un sabato nero per le montagne lombarde, tra la provincia di Lecco e quella di Como.

Due amici escursionisti della Bergamasca sono morti precipitando per 100 metri sul monte Grignone, nelle montagne del Lecchese. È successo nella zona del canale Ovest della Grigna Settentrionale. Le operazioni di recupero si sono concluse nella prima serata. Le due vittime sono un 36enne di Almè e un 38enne di Valbrembo.

L'allarme è scattato a metà mattinata. Da terra si sono subito messi in marcia i tecnici del Soccorso alpino della stazione di Valsassina e Valvarrone (Lecco) della XIX Delegazione Lariana, mentre da Bergamo sono decollati i soccorritori dell'eliambulanza di Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza).

Dopo alcuni sorvoli, i due alpinisti sono stati individuati in fondo a un burrone, a oltre 2.200 metri di quota. Per loro non c'era più nulla da fare. Probabilmente erano legati insieme in cordata e il primo che è scivolato avrebbe trascinato con sé anche l'amico. Soltanto pochi giorni fa, sempre sul Grignone, era rimasto vittima di un'altra disgrazia un 33enne, probabilmente tradito da una lastra di ghiaccio mentre era nel canalone di sinistra della Grigna Settentrionale, a Pasturo.

Cadavere sul monte San Primo

Il corpo senza vita di un escursionista milanese di 31 anni, del quale ieri sera i familiari avevano segnalato il mancato rientro a casa, è invece stato trovato nel primo pomeriggio sul monte San Primo, in provincia di Como.

Le ricerche del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco con le unità cinofile e con il supporto dell'elicottero della Guardia di Finanza sono iniziate in mattinata e si sono concluse con il ritrovamento del cadavere in una zona impervia nel territorio di Bellagio, nelle vicinanze del rifugio Martina, a circa 1.200 metri di quota. La salma è stata quindi riportata a valle con l'elicottero e, successivamente, trasferita in ospedale.

Proprio nei giorni scorsi il Soccorso alpino aveva messo in guardia gli appassionati delle arrampicate che lungo i sentieri di montagna può ancora essere presente del ghiaccio, anche a quote non elevate. «Per muoversi in totale sicurezza, è necessario conoscere la differenza tra i ramponi e i cosiddetti ramponcini, perché non sono affatto la stessa cosa – si raccomandano i soccorritori -.

I ramponcini da escursionismo non sono adatti per le attività alpinistiche, favoriscono una presa maggiore, ma sono indicati solo per sentieri facili e con pendenze minime. In montagna, e in particolare in tratti sul ghiaccio, bisogna avere sempre i ramponi veri e propri per correre minori rischi».