Ticino Una truffa da due milioni?

Swisstxt

9.6.2021 - 19:35

L'accusato contesta gli addebiti
L'accusato contesta gli addebiti
archivio Ti-Press

Una truffa da oltre due milioni di franchi. È quella imputata a un 46enne italiano residente in Ticino, che per compiere le sue malversazioni avrebbe utilizzato la società luganese (con sede in via Nassa) di cui era diventato l’amministratore unico.

A farne le spese, come riporta la RSI, sarebbe stato soprattutto un istituto specializzato nell’erogazione di crediti, dal quale l’uomo avrebbe ottenuto indebitamente la bellezza di un milione e 450mila euro. La contabilità fittizia, documenti di altro genere e «un’accattivante presentazione PowerPoint» gli avrebbero consentito di riuscire nel suo inganno.

Poi l’occasione offerta dall’emergenza pandemica: i crediti Covid. Nel marzo del 2020 avrebbe ricevuto in maniera illecita (sempre alterando le cifre) della liquidità. Stavolta si parla di quasi 486mila franchi. Questa almeno la tesi del procuratore pubblico Daniele Galliano, che alcuni giorni fa lo ha rinviato a giudizio.

L’atto d’accusa contempla altre due tentate truffe Covid. La prima da 110mila franchi; la seconda da 335mila, che l’imprenditore avrebbe cercato di mettere a segno in correità con un commerciante di 53 anni, pure italiano.

I due, che compariranno alla sbarra insieme, contestano però gli addebiti mossi nei loro confronti. Il 46enne si trova in carcere dal marzo scorso, mentre il connazionale è rimasto a piede libero. Il caso – come detto – approderà presto in aula. A presiedere la Corte delle Assise Criminali sarà il giudice Amos Pagnamenta.