COVID-19 Vaccini, De Rosa: «Confermate maggiori quantità e tempistiche di consegna»

SwissTXT / pab

25.3.2021

Il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa
Il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa
Ti-Press

Moderna e di Pfizer hanno garantito che, tra il mese di aprile e la fine di luglio, la Svizzera riceverà 8 milioni di dosi.

Con 8 milioni di dosi, hanno confermato giovedì le autorità federali, resta realistico l'obiettivo di riuscire a somministrare il primo vaccino a tutte le persone che lo desiderano entro la fine di giugno.

«Vengono confermate sia le maggiori quantità di vaccino sia le tempistiche. Sono notizie positive. Ho chiesto perché le forniture di vaccino avvengano sempre alla fine del trimestre e alla fine del mese; potremmo anticipare il tutto se queste consegne avvenissero all'inizio dei periodi. Ma questo, ci è stato detto, non è possibile», ha detto ai microfoni della RSI il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), Raffaele De Rosa, che tuttavia non nasconde la preoccupazione per le possibili decisioni UE sulle esportazioni.

«Abbiamo anche discusso della grande e profonda inquietudine che abbiamo a fronte anche delle misure che potrebbe adottare l'UE nell'esportazione al di fuori dei confini dei Paesi europei dei vaccini. Speriamo che questo scenario possa essere scongiurato, perché è fonte di notevoli preoccupazioni», ha sottolineato De Rosa.

Prima i vaccini, poi il passaporto

Il ministro si è espresso anche in relazione al passaporto vaccinale, per il quale una società privata in Ticino sarebbe già pronta a operarsi. «Non è più questione di se, ma di quando arriverà», ha detto.

Il dossier è gestito a Berna, ma il Ticino ha potuto dire la sua anche su temi federali. Il consigliere di Stato propone che questo strumento tenga conto di due elementi: l’uniformità e lo stato della campagna vaccinale.

«Abbiamo visto che ci sono diverse aziende che si sono mosse. - ha aggiunto De Rosa - Penso però che ci sia il pericolo concreto di una diffusione di iniziative private, magari scoordinate tra loro. Per questo ritengo che il passaporto vaccinale debba essere un documento ufficiale emesso da un’autorità o su delega di un’autorità».

Per quanto riguarda il pericolo di disparità nelle opportunità, un esempio può essere la partecipazione ad eventi, De Rosa ritiene che prima vada data a tutti la possibilità di essere vaccinati. Fino ad allora resta «molto problematico il fatto di introdurre dei passaporti che limitano la possibilità di partecipare ad eventi».

Domani, venerdì, è previsto un infopoint a Bellinzona, dove verrà svelata la strategia cantonale sui test di massa.