Doppia nazionalità Anu Sivaganesan: «Un passaporto mi basta»

Valerie Zaslawski

19.12.2018

Per Anu Sivaganesan, acquisire la nazionalità svizzera contribuisce a «farsi un'identità», mentre ha rinunciato alla nazionalità srilankese da qualche anno.
Per Anu Sivaganesan, acquisire la nazionalità svizzera contribuisce a «farsi un'identità», mentre ha rinunciato alla nazionalità srilankese da qualche anno.
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Originaria dello Sri Lanka, Anu Sivaganesan è arrivata in Svizzera all’età di dodici anni. Nel frattempo, è diventata una svizzera convinta e ha reso il suo vecchio passaporto.

Anche se era un’«atea convinta», Anu Sivaganesan, 31 anni, ci spiega sulla base della virtù cardinale della temperanza perché ha volontariamente rinunciato alla doppia nazionalità svizzera e srilankese: «Bisogna accontentarsi di quello che si ha – un passaporto mi basta», dice la giovane, aggiungendo che ci sono comunque molte «persone apolidi e senza documenti» al mondo.

L'arrivo in Svizzera

Anu Sivaganesan ha optato per il passaporto rossocrociato; dal 2009, è una cittadina svizzera. È arrivata in Svizzera con sua madre all’età di 12 anni nell’ambito di un «Classico ricongiungimento familiare». Suo padre e suo fratello sono arrivati all’inizio degli anni 90 a causa della situazione politica nello Sri Lanka. Anu Sivaganesan non ha mai avuto nostalgia del suo paese.

«Ma andare a scuola in Svizzera è stata una sfida all’inizio», prosegue. Infatti, «da un giorno all’altro, non ero più la prima della classe». Oggi, la giovane avvocatessa è felice di aver potuto raggiungere i suoi obiettivi scolastici in Svizzera. Attualmente sta scrivendo la sua tesi, un confronto tra sei paesi, compreso lo Sri Lanka, in merito alle misure prese contro il matrimonio forzato.

La tesi contro i matrimoni forzati

I matrimoni forzati sono un tema che le sta a cuore da tempo. Sostiene di aver scoperto molto presto la sua passione per i diritti umani. Oggi, dirige come volontaria il Servizio contro i matrimoni forzati, riconosciuto come centro di competenza della Confederazione.

In questo contesto, considera la doppia cittadinanza come un problema: se c’è rapimento dalla famiglia all’estero, la protezione consolare del paese di residenza non si applica perché la persona si trova nel suo paese di origine. Il servizio contro i matrimoni forzati consiglia quindi alle persone con doppia nazionalità di conservare soltanto la nazionalità svizzera.

Per Anu Sivaganesan, la doppia nazionalità è ugualmente una «sfida dal punto di vista costituzionale».

Il diritto di voto 

Per la donna, acquisire la nazionalità svizzera contribuisce a «farsi un’identità». Ormai la giovane si è fatta strada in Svizzera, partecipa alla vita del paese e ha il diritto di voto, annuncia quasi euforica. «Sono pienamente partecipe!»

La ragazza continua a seguire da lontano la situazione nel suo paese d’origine attraverso la stampa. Ritornare nello Sri Lanka non è mai stata una possibilità presa in considerazione. Non vuole neppure impegnarsi politicamente, anche per questioni di tempo.

Confronto tra identità e patria

Naturalmente, le sue origini srilankesi sono sempre presenti e la conducono a confrontare identità e patria. Sivaganesan stima che troppa identità possa essere pregiudizievole, per esempio quando un patriottismo esacerbato costituisce un fattore di esclusione.

Al contrario, poca identità impedisce l’integrazione. Nel suo caso, la giovane donna si è identificata, integrata, poi ha finito per chiedere la naturalizzazione che, per lei, è il «coronamento dell’integrazione».

I suoi genitori, entrambi indù, portano avanti le tradizioni srilankesi. Ciò non impedisce ai Sivaganesan di festeggiare il Natale come si deve. «Adoro il risvolto kitsch di Natale, che porta luce nelle tenebre dell’inverno.»

La Svizzera in immagini

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