Nell'ambito dell'arresto di un'ex fonte del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) la gestione delle fonti e del loro controllo da parte degli organi preposti hanno presentato lacune.
È il parere del Consiglio federale, reso noto oggi, riguardo al rapporto d'ispezione della Delegazione delle Commissioni della gestione.
Un altro punto da migliorare è il flusso di informazioni tra le autorità incaricate della prevenzione e le autorità di perseguimento penale, si legge in un comunicato dell'esecutivo. In totale la delegazione ha emanato 13 raccomandazioni e il governo si è dichiarato disposto ad accoglierle tutte.
Per quel che riguarda la gestione delle fonti, tutti devono sapere ciò che è lecito e ciò che non lo è, viene sottolineato dalla delegazione. Nella sua presa di posizione, il Consiglio federale sottolinea che "l'impiego della fonte corrispondeva a una reale esigenza".
Daniel Moser, un ex agente della polizia zurighese, è stato arrestato a Francoforte sul Meno il 28 aprile 2017; il fermo ha suscitato clamore in Svizzera e in Germania. In questo Paese, Moser è stato condannato nel novembre scorso a un anno e 10 mesi di prigione con la condizionale per "attività di agenti segreti" a favore dell'intelligence elvetica.
Le sue missioni erano due: la prima consisteva nel completare con nomi una lista di ispettori del fisco tedesco che operavano sotto falso nome in Svizzera, in modo da poterli arrestare per un furto di dati di clienti del Credit Suisse.
La seconda riguardava sempre un furto di dati di clienti, ma questa volta di UBS, entrati in possesso del Land Nordreno-Vestfalia. Moser si sarebbe avvalso di una fonte secondaria per identificare gli agenti del fisco, il ladro e prevenire futuri attacchi al sistema bancario elvetico.
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