SvizzeraPer il popolo si sta già facendo abbastanza, bocciata l'iniziativa per la biodiversità
daoe, ats
22.9.2024 - 16:47
Per il popolo elvetico la Confederazione sta già facendo abbastanza per la biodiversità. Alle urne oggi l'iniziativa «Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio» è stata bocciata con il 63%.
daoe, ats
22.09.2024, 16:47
22.09.2024, 16:56
SDA
La modifica costituzionale è stata anche respinta dalla maggioranza dei cantoni. Secondo i risultati definitivi, in Ticino il «no» è stato del 64,2%, mentre nei Grigioni il testo è stato bocciato con il 67,2%.
A essersi opposto in modo più netto all'iniziativa – sostenuta da Patrimonio svizzero, Pro Natura, BirdLife Svizzera e Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio – sono stati Svitto (76,6%), Nidvaldo (75,8%), Obvaldo e Uri (entrambi 75,5%) nonché Appenzello Interno (74,6%).
Una bocciatura marcata è arrivata anche dal Vallese, dove a rifiutare l'iniziativa è stato il 73,9%. Cantone quest'ultimo che per altro ospita il comune con il maggior numero di «no» depositati alle urne: il villaggio da una settantina di abitanti di Zwischbergen, nel distretto di Briga ha bocciato l'iniziativa popolare con una quota di contrari pari al 100%.
Negli altri cantoni romandi, a Neuchâtel il «no» si è attestato al 56,2%, nel canton Vaud al 60% e a Friburgo al 65,7%. Mentre a Ginevra si è invece affermato il «sì», con i favorevoli – in controtendenza rispetto all'andamento nazionale – al 51,2%.
Ma a balzare all'occhio è il risultato emerso a Basilea Città, il solo altro cantone assieme a Ginevra ad aver accettato la modifica costituzionale proposta dalle organizzazioni ambientaliste e dove i «sì» sono stati ben il 57,7%.
Ecco cosa chiedeva il testo
Il testo chiedeva una maggiore quantità di superfici e di finanziamenti a favore della natura e intendeva ancorare nella Costituzione federale una migliore tutela sia del paesaggio che del patrimonio architettonico.
I promotori, appoggiati dai Verdi, dal PS e dal PVL, speravano così di obbligare Confederazione e Cantoni a stanziare più fondi pubblici per salvaguardare e conservare meglio la biodiversità e il paesaggio elvetici, anche al di fuori delle aree protette.
A loro avviso, la Svizzera sta facendo troppo poco per preservare le risorse vitali e tutti gli organismi viventi fondamentali per garantire terreni fertili, impollinazione e un ecosistema sano. Il comitato d'iniziativa, oltre a puntare su una tutela delle specie gravemente minacciate, ha sottolineato che il testo andava a favore dei paesaggi caratteristici del Paese, che se mantenuti tali favoriscono anche il turismo.
«Il rifiuto di questa iniziativa è un'occasione persa per salvaguardare il nostro patrimonio naturale, essenziale per la qualità della vita e per l'economia. Tuttavia, non interpreto il «no» all'iniziativa come un «no» categorico da parte degli Svizzeri verso la protezione dell'ambiente», ha detto il consigliere nazionale Beat Flach (AG/PVL), membro del comitato nazionale dell'iniziativa.
Per Governo e Parlamento, nonché per i contrari, la modifica costituzionale era troppo radicale
Per Governo e Parlamento, nonché per i contrari all'iniziativa che si sono battuti per il «no» la modifica costituzionale era troppo radicale e hanno fin da principio sostenuto che la Confederazione stia già facendo abbastanza per salvaguardare gli organismi viventi, gli habitat naturali e i siti caratteristici in Svizzera, che secondo loro, dispone già di strumenti e disposizioni legali sufficienti per promuovere la biodiversità.
Appoggiato dall'Alleanza del Centro, PLR e UDC, il comitato dei contrari al testo ha sempre ribadito che, se approvata dal popolo, la modifica costituzionale avrebbe limitato la produzione sostenibile energetica ed alimentare, nonché la gestione delle foreste e delle aree rurali per il turismo, aumentando i costi di costruzione.
«L'Unione svizzera dei contadini (USC) ha seminato paura con false dichiarazioni sull'iniziativa per la biodiversità», ha dichiarato questo pomeriggio la presidente del gruppo parlamentare dei Verdi Aline Trede, dopo il «no» di popolo e cantoni.
Per l'USC invece l'elettorato ha riconosciuto l'impatto negativo che un «sì» alle urne avrebbe avuto sulla produzione alimentare, sull'espansione delle energie rinnovabili e sull'industria edilizia. «Siamo soddisfatti», ha dichiarato Martin Rufer, direttore dell'USC interpellato dall'agenzia di stampa Keystone-ATS.
«Non verrà sottratta altra superficie all'agricoltura. Anche in futuro non dovrebbero essere designate nuove aree protette», ha sottolineato. Oltre a ciò «gli elettori hanno riconosciuto che si sta già facendo molto per la biodiversità» in questo Paese, ha precisato Rufer.