SessioneDopo 14 anni di dibattiti il Parlamento approva la riforma delle cure
bl, ats
18.12.2023 - 19:45
Dopo 14 anni di lavori, oggi il Consiglio degli stati ha eliminato l'ultima divergenza circa il finanziamento uniforme delle cure. Quelle stazionarie e ambulatoriali saranno finanziate dalle casse malattia e dai Cantoni. Il dossier è pronto per le votazioni finali.
18.12.2023, 19:45
18.12.2023, 19:47
SDA
La riforma – sulla quale aleggia già il pericolo del referendum – è frutto di un'iniziativa parlamentare inoltrata nel 2009 dall'ex consigliera nazionale Ruth Humbel (Centro/AG).
I dibattiti si sono svolti nell'arco di quattordici anni e cinque legislature. Questo appena concluso è l'ultimo corposo dossier di cui il «ministro» della sanità, Alain Berset, si è occupato prima di lasciare a fine anno.
Nel corso dei lavori, le Camere hanno inserito nella legge, su insistenza dei Cantoni, anche l'assistenza a domicilio e negli istituti medicalizzati. Questi servizi, assai costosi, sono in parte a carico dei Cantoni, che quindi si vedranno alleggerita la fattura.
Cosa prevede la nuova legge?
La legge prevede il finanziamento uniforme dei servizi ambulatoriali e stazionari da parte dei Cantoni e delle casse malattia. Attualmente, i Cantoni, e quindi i contribuenti, finanziano almeno il 55% delle prestazioni ospedaliere, mentre il resto è a carico delle casse, ovvero di chi paga i premi. Nel settore ambulatoriale, il 100% dei servizi è coperto dalle casse malattia.
Poiché le cure ambulatoriali sono meno care rispetto a quelle stazionarie, la tendenza è quella di far maggiormente ricorso all'ambulatoriale, un'evoluzione che tuttavia pesa sempre di più sugli assicuratori, come hanno sottolineato diversi deputati durante i dibattiti.
Su questo aspetto centrale, i due rami del Parlamento hanno infine raggiunto un compromesso: i Cantoni dovranno pagare il 26,9% delle cure ambulatoriali. Il 73,1% restante sarà finanziato dagli assicuratori, indipendentemente dal fornitore e dal luogo in cui vengono erogati i servizi.
I pazienti dovranno pagare la franchigia, la quota-parte e il contributo ai costi specifici per le cure specifiche ricevute, fissato in 23 franchi al giorno. Quest'ultimo onere si applica in particolare a coloro che ricevono cure a domicilio o fornite da istituti medico-sociali, in particolare alle madri che partoriscono a casa. La sinistra ha cercato, invano, di abolire questo contributo specifico.
Cosa non cambierà?
La remunerazione degli ospedali e dei centri per partorienti non elencati non subirà alcuna modifica. Questi istituti sono convenzionati con gli assicuratori, ma non sono presenti negli elenchi cantonali e quindi non ricevono il 55% versato dai Cantoni. Ricevono solo il 45% versato dagli assicuratori.
Il Nazionale ha cercato invano di innalzare tale quota al 70%. Tuttavia, ciò avrebbe comportato un aumento dei premi stimati in 150 milioni di franchi, compromettendo la pianificazione ospedaliera dei Cantoni.
I cantoni avranno più potere di giudizio
Per quanto attiene al controllo dei costi, le Camere hanno infine stabilito che i Cantoni devono avere accesso a tutte le fatture ospedaliere originali, comprese quelle ambulatoriali.
Devono inoltre poter rifiutare di coprire i costi se non sono soddisfatte le condizioni formali. I cantoni potranno appellarsi al tribunale delle assicurazioni. I pazienti non potranno rivolgersi a un'organizzazione di pazienti per controllare le loro fatture.
La sorveglianza sarà affidata all'Ufficio federale della sanità pubblica. Tuttavia, i Cantoni avranno accesso ai dati necessari per monitorare i fornitori di servizi, la pianificazione ospedaliera, le case di cura e i centri per le nascite, nonché per limitare il numero di medici.