Federali 2019 La protesta: «La campagna del PPD è mobbing»

ATS

18.9.2019 - 15:16

La campagna del PPD basata su inserzioni che appaiono su Google è come un'azione di mobbing, secondo la candidata al Consiglio nazionale Marion Maurer (PLR/LU). Immagine d'archivio.
La campagna del PPD basata su inserzioni che appaiono su Google è come un'azione di mobbing, secondo la candidata al Consiglio nazionale Marion Maurer (PLR/LU). Immagine d'archivio.
Source: KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER

La campagna del PPD basata su inserzioni che appaiono su Google è come un'azione di mobbing. Questo è quello che prova la candidata al Consiglio nazionale Marion Maurer (PLR/LU), che chiede l'interruzione immediata dell'azione elettorale.

Il PPD ha lanciato una campagna aggressiva direttamente contro gli avversari politici, un fatto che secondo Maurer va decisamente troppo oltre. Chi su Google cerca i nomi dei candidati al Nazionale o agli Stati, trova come primo risultato un'inserzione.

Cliccando su questo collegamento si apre una pagina del PPD, che in apertura ricorda i colori del partito del candidato che si stava inizialmente cercando (ad esempio dell'UDC). Il contenuto riporta però il punto di vista dei popolari-democratici, che contraddice quello del candidato ricercato in origine.

Nominativo usato senza permesso 

Maurer chiede ora che queste inserzioni – che hanno avuto grande risalto sui media – vengano rimosse al più tardi giovedì e ha espressamente vietato al PPD l'utilizzo del suo nome. Il suo nominativo è stato in effetti usato senza alcun permesso, si legge mercoledì in una presa di posizione.

La candidata liberale-radicale si è rivolta anche direttamente a Google, riservandosi il diritto di azioni legali. Chiede in particolare di impedire che il suo nome venga in qualche modo affiancato alla «campagna diffamatoria del PPD Svizzera».

Maurer domanda anche agli altri politici colpiti dall'azione di ribellarsi, invitandoli a utilizzare liberamente i suoi testi di protesta creati per l'occasione.

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