Federali 2019 Campagna PPD additata come «mobbing», Pfister sorpreso

ATS

20.9.2019 - 18:30

Gerhard Pfister oggi a Berna.
Gerhard Pfister oggi a Berna.
Source: KEYSTONE/ANTHONY ANEX

La campagna del PPD in vista delle elezioni federali, che utilizza Google per mettere in cattiva luce gli avversari, ha avuto l'effetto di una bomba: in un incontro con la stampa, il presidente di partito Gerhard Pfister si è detto sorpreso dalle reazioni.

Se fosse stato in grado di misurare le dimensioni della tempesta scatenata dalla campagna, avrebbe avvertito in anticipo le sezioni cantonali, ha affermato Pfister. Le reazioni più dure sono venute, secondo il consigliere nazionale, dal partito liberale radicale. Particolare piccante, in diversi cantoni tra cui Ticino, Lucerna e Zugo, PLR e PPD hanno deciso di correre a braccetto nelle elezioni federali.

Lo scopo non era mettere in croce gli avversari

A quanto pare – ha constatato il presidente – la rappresentazione di un candidato tratteggiata partendo dal punto di vista del PPD non è stata apprezzata da tutti: ha dato fastidio pure ai politici più scafati. Ma il partito, nella sua campagna, non mirava a mettere in croce gli avversari, bensì ad illustrare le loro posizioni nell'ottica popolare democratica, ha precisato Pfister.

La segretaria generale del PPD, Gianna Luzio, ha dal canto suo spiegato che l'agenzia Enigma, incaricata di progettare la campagna su internet, ha utilizzato come parole chiave per Google tutti i nomi dei candidati dei partiti rappresentati in Parlamento, focalizzando l'attenzione sui temi cari al PPD.

La campagna entra nella seconda fase

Questo fine settimana la campagna entrerà nella seconda fase: ai nomi usati come parola chiave su Google si aggiungeranno termini come costi sanitari o nomi di altri partiti. Queste nuove parole chiave verranno poi adattate in base ai click, ha precisato Luzio. Nella terza fase la campagna si concentrerà sui contenuti: obiettivo è aumentare la visibilità del PPD sui social media.

Il partito nazionale sta puntando decisamente su internet, trascurando manifesti e cartelloni. Una scelta – secondo Pfister – incredibilmente costosa e dall'effetto dubbio.

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