Dipartimento degli affari esteriCassis: «Ci sarà più attenzione con sponsor sensibili»
cp, ats
18.12.2020 - 16:11
Dal 2021, la collaborazione della Confederazione con gli sponsor sarà retta da nuove direttive del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). L'industria del tabacco o bellica non potranno probabilmente più cooperare in occasione della partecipazione della Svizzera a grandi manifestazioni internazionali.
Si tratta di sponsor che rischiano di gettare un'ombra sull'immagine della Svizzera, ha affermato oggi davanti ai media il consigliere federale Ignazio Cassis, presentando la Strategia di comunicazione internazionale 2021-2024 che include anche le nuove direttive sullo sponsoring.
Più etica e trasparenza
Su quest'ultimo aspetto, il DFAE citerà tutti i partner nelle attività di sponsoring, mettendo queste informazioni a disposizione del pubblico. Oltre a ciò, il DFAE deciderà caso per caso e in funzione della situazione se collaborare o meno con possibili sponsor sulla base di diversi criteri quali una governance aziendale responsabile e sostenibile e l'applicazione di linee guida internazionali come quelle dell’OCSE.
Se, sulla base di un'analisi delle opportunità e dei rischi, si dovesse presumere che il trasferimento di immagine auspicato tra le aziende coinvolte e la Confederazione non potesse avvenire o che le relazioni con una determinata azienda comportino rischi, il rapporto di sponsorizzazione non verrebbe avviato.
Sollecitato da una precisa domanda, Cassis ha dichiarato che uno sponsor come Philipp Morris non sarebbe adatto a rappresentare la Svizzera. Ciò varrebbe anche per aziende attive nel settore bellico.
I precedenti imbarazzanti
Nell'estate del 2019, il DFAE aveva dovuto rinunciare al partenariato con questo gruppo – la cui sede europea è in Svizzera – in vista dell'Expo 2020 di Dubai sull'onda delle critiche espresse degli ambienti contro il tabagismo e la prevenzione riprese dai media e dalla politica.
Sempre quell'estate, nuove polemiche avevano accompagnato la rivelazione ad opera del radiogiornale di Rete Uno, secondo cui l'azienda statunitense produttrice di missili Raytheon aveva finanziato nel 2018 un ricevimento svoltosi all'ambasciata elvetica di Washington.
Anche in occasione dell'inaugurazione della nuova ambasciata svizzera a Mosca erano state sollevate critiche per la presenza di finanziatori come il gruppo Glencore (attivo nelle materie prime e coinvolto nel contestato gasdotto nel Baltico, il Baltic Sea North Stream) o il gruppo Volga dell'oligarca russo Gennady Timochenko.
La strategia
Per quanto riguarda più in generale la strategia di comunicazione, l'obiettivo è di promuovere l'immagine della Svizzera all'estero, tutelando nel contempo gli interessi della Confederazione. In una situazione di competizione internazionale, un'immagine differenziata e positiva è uno strumento importante, ha ricordato Cassis.
Dal punto di vista tematico, nei prossimi anni la comunicazione internazionale si concentrerà su cinque assi prioritari che fanno riferimento alle priorità tematiche della Strategia di politica estera 2020-2023: innovazione, economia, relazioni tra la Svizzera e l'Europa, piazza finanziaria e sostenibilità.
Le campagne di comunicazione intendono aumentare la notorietà della Svizzera in questi settori e migliorare la percezione che ne hanno all'estero come Paese innovativo, competitivo, solidale e responsabile, con un'elevata qualità di vita e una piazza economica interessante.
Anche per contrastare gli effetti della pandemia, ha sottolineato il ministro degli esteri, sarà rafforzata in particolare la visibilità dell'economia elvetica con adeguate piattaforme di comunicazione e di networking. In ogni caso, la cooperazione con l'economia privata giocherà ancora un ruolo importante.
Covid: immagine fluttuante
Circa l'immagine della Svizzera scaturita dalla pandemia, l'ambasciatore Nicolas Bideau, responsabile di Presenza Svizzera e presente accanto a Cassis, ha spiegato che, attualmente, l'immagine della Confederazione negli Stati confinanti – Francia, Germania e Italia – ha subito qualche graffio per il modo in cui viene gestita la seconda ondata pandemica.
Tale giudizio negativo, che secondo Bideau non risparmia nemmeno altri Paesi, segue invece a una visione positiva che ha contraddistinto la prima ondata del virus. In questo caso, a contribuire a questa immagine positiva è stata la celere reazione del Governo nell'adottare misure a favore dell'economia, cui si aggiunge l'eccellenza del suo sistema di ricerca, grazie al quale è stato possibile decifrare il genoma del virus dando un contributo importante alla comunità scientifica nella lotta contro il morbo.
In merito all'attuale immagine non positiva del Paese, Bideau non crede che simile opinione avrà vita lunga; la percezione della popolazione cambia infatti molto velocemente. Per il diplomatico, tuttavia, decisivo sarà il periodo post-pandemico; il Paese verrà insomma giudicato in base alla sua capacità, più o meno veloce, di riprendersi dalla crisi.