Governo Berset: «Una pandemia nella pandemia», ritorno alla normalità ancora lontano

fc, ats

3.2.2021 - 17:32

Alain Berset non è molto ottimista per il futuro
Alain Berset non è molto ottimista per il futuro
KEYSTONE/ANTHONY ANEX

È ancora presto per sapere come e quando si uscirà dal secondo lockdown. Il Consiglio federale vuole osservare la situazione nei prossimi giorni prima di prendere decisioni. Appare però chiaro che un ritorno alla normalità non è per domani.

Il governo, ha spiegato in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset, è confrontato a un vero e proprio dilemma: da una parte il tasso di positività e il numero di nuove infezioni giornaliere sono in calo e hanno raggiunto valori che non si vedevano più da ottobre.

D'altra parte, «siamo confrontati a una pandemia nella pandemia», ha detto Berset facendo riferimento alle nuove varianti del virus. Attualmente siamo in una situazione simile a quella di inizio ottobre con la differenza che le varianti inglese e sudafricana sono del 40-50% più contagiose.

Insomma, se è vero che per il momento l'espansione delle nuove varianti non è riscontrabile nelle cifre giornaliere, i dati dimostrano che i casi riconducibili a queste varianti raddoppiano ogni settimana. Il tasso di riproduzione Re – che indica quante persone un infetto contagia in media con il coronavirus – ha già superato quota 1 in una decina di cantoni, e ciò malgrado il lockdown, ha sottolineato Berset.

«Nessun massiccio allentamento»

In questo contesto, ha spiegato Berset, «non è realistico pensare a un massiccio allentamento» delle misure restrittive dopo il 28 febbraio. Il Consiglio federale ha discusso sul cosa si può fare per trovare il miglior modo per uscire da questa situazione, ma non ha preso alcuna decisione, ha aggiunto il ministro della sanità affermando che un nuovo punto della situazione verrà fatto tra due settimane.

In merito alle scuole, una loro chiusura non è attualmente una priorità, nonostante i singoli focolai. È una questione che riguarda i cantoni, «e al momento stanno facendo un buon lavoro», ha sottolineato Berset. Il ruolo dei bambini nella diffusione del virus deve essere esaminato con cautela, ha aggiunto Patrick Mathys, responsabile del settore crisi dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Il ministro della sanità ha poi detto di non temere le vacanze invernali che incominceranno a breve nella maggioranza dei cantoni. Non c'è stato un aumento dei casi durante il periodo natalizio e comunque le restrizioni sanitarie – come limiti agli assembramenti, chiusura dei ristoranti e obbligo della mascherina – si applicano anche agli sciatori, ha sottolineato il consigliere federale. I rischi sono insomma limitati.

Nuove misure per le vaccinazioni

Berset ha poi annunciato alcune misure per estendere la cerchia delle persone che possono farsi vaccinare gratuitamente contro il coronavirus in Svizzera. Berna assumerà i costi anche per chi vive in Svizzera ma non è soggetto all'assicurazione malattie obbligatoria, come il personale diplomatico e i dipendenti di organizzazioni internazionali.

Potranno farsi vaccinare gratuitamente nella Confederazione anche i frontalieri che lavorano in strutture sanitarie elvetiche ma che sono assicurati contro le malattie nel Paese in cui risiedono.

Secondo le stime, il nuovo disciplinamento interessa circa 150'000 persone. Le spese sono stimate in 3,5 milioni di franchi. Sono tuttavia inferiori ai costi amministrativi che avrebbe causato l'emissione di una fattura per ogni singola vaccinazione.

Più in generale, Berset non ha nascosto che ci sono ritardi per quel che concerne la campagna di vaccinazione. Ad ogni modo, ad essere determinante è la quantità di dosi fornite dai produttori. In questo contesto, i nuovi contratti conclusi con Curevac, Novavax e Moderna sono delle buone notizie.

E il vaccino russo?

A una domanda sul vaccino russo, Berset ha spiegato che la strategia messa in campo dalla Confederazione lo scorso anno non ha considerato lo «Sputnik V». Da parte sua, la vicedirettrice dell'UFSP

Nora Kronig ha detto che la Confederazione segue una strategia diversificata nell'acquisto dei vaccini. «Parliamo con tutti i produttori e manteniamo anche relazioni pragmatiche con la Russia», ha aggiunto, precisando di non voler fornire particolari sull'esistenza o meno di negoziati. Kronig ha poi affermato che per l'acquisto di vaccini sono a disposizione in totale 800 milioni di franchi.

«La vaccinazione non è un miracolo»

La vaccinazione non è una cura miracolosa, ma è un elemento importante per uscire dalla pandemia, ha poi detto Berset. L'obiettivo è comunque sempre quello di poter vaccinare entro l'estate tutti quello che lo desiderano.

Non si può però affermare che la situazione si sarà normalizzata in estate. Berset non ha voluto fare pronostici, sostenendo che le variabili in gioco sono ancora molte, senza contare eventuali imprevisti, come successo recentemente con l'apparizione delle nuove varianti più contagiose. Con il passare dei mesi la situazione dovrebbe comunque a poco a poco migliorare, ha aggiunto il ministro della sanità.

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