EpidemiaPadronato e sindacati positivi, non Usam e GastroSuisse
mh, ats
18.12.2020 - 19:27
Sono state accolte tutto sommato positivamente sia dal padronato che dai sindacati le misure annunciate oggi dal Consiglio federale. Economiesuisse e Unione svizzera degli imprenditori le ritengono adeguate, mentre l'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) si rammarica della chiusura dei ristoranti. Critiche da GastroSuisse. L'Unione sindacale svizzera (USS) sostiene la strategia del governo ma chiede maggiori aiuti.
Per Economiesuisse, vista la situazione attuale, il pacchetto di misure comunicato oggi è proporzionato, si legge in una nota. Anche se questa decisione colpirà duramente molti settori industriali, l'organizzazione la considera inevitabile.
Ritiene inoltre ragionevole la strategia di vaccinazione adottata dalla Confederazione, a condizione che le capacità possano essere messe a disposizione rapidamente.
L'Unione svizzera degli imprenditori condivide questo punto di vista ed è sollevata per il fatto che l'esecutivo non ha esteso le misure ad altri settori dell'economia. Ciò che importa in questa fase è la leadership a livello nazionale del Consiglio federale con il tasso di riproduzione del virus come riferimento, in modo che i Cantoni possano decidere se applicare o meno le misure raccomandate da Berna, si legge in un comunicato.
L'organizzazione chiede comunque che gli aiuti vengano erogati ai settori in difficoltà più rapidamente del previsto.
C'è meno soddisfazione fra i ranghi dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). I ristoranti e le strutture per il tempo libero hanno sviluppato piani di protezione efficaci e flessibili, sottolinea l'organizzazione in una nota. La chiusura di questi stabilimenti è quindi incomprensibile per l'Usam. I dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) smentiscono l'affermazione secondo cui i ristoranti sono tra i luoghi dove si verificano più frequentemente contaminazioni, sostiene l'organizzazione.
Il ritiro della libertà economica comporta una perdita di fatturato di 2,5 miliardi di franchi solo per i ristoranti e di 800 milioni di franchi per il settore del tempo libero, fa notare l'Usam chiedendo alla Confederazione di compensare queste perdite. Constata tuttavia con soddisfazione che il Consiglio federale ha risposto alla sua proposta di compromesso relativa al commercio al dettaglio.
Sulla stessa lunghezza d'onda GastroSuisse, secondo cui le chiusure porteranno a numerosi fallimenti. L'organizzazione denuncia inoltre l'insufficienza degli aiuti e si rammarica che non siano state adottate misure di aiuto semplici e veloci, come in primavera.
L'USS chiede più aiuti
L'Unione sindacale svizzera (USS) non mette dal canto suo in discussione la strategia del governo, ma chiede un migliore sostegno finanziario. I fondi per i casi di rigore non sono sufficienti, denuncia in un comunicato. Devono essere messe a disposizione maggiori risorse e strumenti, ma anche le indennità giornaliere e i periodi quadro per i disoccupati devono essere estesi.
L'USS chiede inoltre maggiori controlli della tutela della salute e l'attuazione di piani di protezione sul posto di lavoro. Secondo l'USS, la Segreteria di stato dell'economia (Seco) è sorda a queste richieste da mesi. Il sindacato chiede infine una migliore protezione per le persone vulnerabili.
Vista la gravità della situazione Travail.Suisse avrebbe preferito che il Consiglio federale seguisse le raccomandazioni più severe della task force Covid-19 dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Anche se le misure adottate sono insufficienti, avranno effetti. Con la chiusura dei ristoranti, un intero settore ha bisogno di essere sostenuto, sottolinea il sindacato, chiedendo che il modello di cassa pensioni sia rivisto.