A causa della guerra in Ucraina, in Svizzera potrebbero arrivare entro giugno 35-50 mila profughi, soprattutto anziani, donne e bambini.
Keystone-SDA, cp, ats
16.03.2022, 11:18
16.03.2022, 12:05
SDA
Lo ha dichiarato oggi al Consiglio nazionale la consigliera federale Karin Keller-Sutter durante il dibattito urgente su quanto sta accadendo in quel Paese dopo l'invasione russa.
La ministra di giustizia e polizia ha citato queste cifre basandosi sulle proiezioni della Segreteria di Stato alla migrazione (SEM). Al momento, ha aggiunto la ministra sangallese, un milione di Ucraini lascia il proprio Paese ogni settimana.
Nel corso del dibattito urgente durato tre ore sulla crisi ucraina, preteso da undici interpellanze inoltrate da tutti e sei i gruppi parlamentari, sono stati affrontati diversi temi che vanno dal rafforzamento dell'esercito ai problemi di approvvigionamento in energia o in derrate alimentari, come anche all'inasprimento delle sanzioni contro la Russia, fino alla confisca dei beni da utilizzare per i profughi.
Da destra, in particolare, si è insistito sulla necessità di rafforzare l'esercito, accelerando l'acquisto dei nuovi jet da combattimento F-35. Diverse voci si sono levate affinché la Svizzera intensifichi la collaborazione con l'Europa a livello di difesa. Voci critiche, specie dall'UDC, hanno criticato la prevista vendita di Ammotec, produttore di munizioni di proprietà della Ruag, all'italiana Beretta. La ministra della difesa, Viola Amherd, ha detto che l'azienda italiana intende mantenere tutti i posti di lavoro in Svizzera e aprire un centro di ricerca a Thun (BE).
Altro tema sensibile riguarda la dipendenza della Svizzera dalle fonti energetiche come il petrolio e il gas, soprattutto russo, ma anche dalle fonti di uranio per non parlare dell'elettricità. Una dipendenza che risulta tanto più evidente ora, stando alla consigliera federale Simonetta Sommaruga che dovrebbe spingerci a sviluppare ulteriormente le fonti rinnovabili. Diversi oratori hanno sottolineato, anche in questo caso, la necessità di approfondire le relazioni con l'Ue, specie per quanto attiene all'importazione di corrente.
Per quanto attiene all'accoglienza dei profughi, diversi deputati hanno lodato la velocità con la quale la Svizzera ha aperto le sue porte agli Ucraini in fuga e agli sforzi che la Confederazione intende profondere, assieme ai cantoni, per integrare al meglio i profughi, specie i bambini, cui va garantita la scolarità. Karin Keller-Sutter ha assicurato che verrà fatto tutto il possibile affinché donne e bambini possano vivere in sicurezza, evitando che cadano nella mani sbagliate, ossia che qualcuno approfitti del loro stato di bisogno.
Interpellato su che cosa possa fare la Svizzera a livello diplomatico per giungere alla fine dei combattimenti, il consigliere federale Ignazio Cassis ha detto che il nostro Paese è sempre disposto ad offrire il proprio contributo per una soluzione del conflitto. Il «ministro» degli esteri e presidente della Confederazione ha tuttavia ricordato, in una presa di posizione finale, che stiamo «vivendo un momento storico» per il nostro continente e per la Svizzera che ci occuperà per i prossimi anni, non solo settimane o mesi.
Negli anni a venire, dovremo insomma guidare il Paese in acque tormentate con calma, tranquillità e sicurezza, rispettando quelle che sono le attese della popolazione nei nostri confronti, ha sottolineato il magistrato ticinese.