Sessione LAMal, adeguare le franchigie ai costi

ATS

26.11.2018 - 19:52

Le franchigie dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie andrebbero adeguate all'evoluzione dei costi (foto d'archivio)
Le franchigie dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie andrebbero adeguate all'evoluzione dei costi (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/GAETAN BALLY

Le franchigie dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) vanno adeguate all'evoluzione dei costi. Inoltre, chi sceglie una franchigia opzionale non deve poterla più cambiarla per tre anni.

Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando due distinti progetti in materia. Gli Stati devono ancora esprimersi.

Per la maggioranza, aumentando le franchigie, ossia chiedendo agli assicurati una maggiore partecipazione ai costi, si potrà favorire un comportamento più attento ai costi e impedire le visite mediche e ospedaliere superflue, ha spiegato Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione.

Per la sinistra le proposte in discussione vanno invece a scapito dei malati cronici e degli anziani. Nel confronto internazionale, inoltre, gli svizzeri non si recano sovente dal medico, ha ricordato Barbara Gysi (PS/SG) sostenendo che le misure proposte non permetteranno quindi di ridurre i costi del sistema.

Con 133 voti contro 53 e una astensione, il Nazionale ha però adottato una modifica della Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) che chiede di adeguare l'importo della franchigia all'evoluzione dei costi. La frequenza degli incrementi sarà variabile in funzione della crescita degli oneri.

Concretamente, quando il rapporto tra la franchigia di base e i costi lordi medi per assicurato supera quota 1:13 scatterebbe un aumento di 50 franchi di tutte le franchigie, anche quelle opzionali. Solo quelle per bambini rimarrebbero invariate, ha spiegato Philippe Nantermod.

La sinistra ha invano chiesto di bocciare il testo ritenendolo inutile: il governo ha infatti già oggi la competenza di modificare le franchigie, ha ricordato Barbara Gysi. La proposta in discussione non permetterà in alcun modo di diminuire i costi della salute, ha aggiunto la sangallese.

Questo punto è stato condiviso anche dal consigliere federale Alain Berset che, pur non opponendosi alla proposta, ha spiegato che si tratta solo di uno spostamento di costi. Del resto, ha aggiunto, quando in passato la franchigia è stata aumentata non si sono osservati significativi cambiamenti nel comportamento dei cittadini. I costi globali del sistema hanno infatti continuato ad aumentare in modo pressoché identico, ha affermato il ministro della sanità.

Il Nazionale, con 113 voti a 60 e 5 astenuti, ha poi anche approvato una seconda modifica della LAMal che mira a obbligare gli assicurati che optano per una franchigia opzionale superiore ai 300 franchi a mantenerla invariata per i tre anni civili successivi.

Con la misura prevista si vuole impedire che gli assicurati possano ridurre temporaneamente la franchigia quando prevedono di far capo alle prestazioni dell'assicurazione, un comportamento ritenuto non accettabile dal relatore commissionale Philippe Nantermod. Anche in questo caso si vuole rafforzare il principio di solidarietà e promuovere la responsabilità individuale.

Gli assicurati, è stato ricordato in aula, potranno cambiare cassa malattia anche prima dello scadere dei tre anni. Dovranno però mantenere la franchigia scelta fino allo scadere del termine. Respinta invece la proposta di permettere un cambio di franchigia a coloro ai quali viene diagnosticata una malattia grave o cronica.

La sinistra e il Consiglio federale hanno invano chiesto la non entrata in materia sul progetto. A loro giudizio, la durata triennale delle franchigie opzionali comporterebbe rischi considerevoli in particolare per chi si ritrova ad affrontare problemi di salute o difficoltà finanziarie.

Per Alain Berset la proposta potrebbe addirittura comportare un aumento dei costi. Il blocco per 3 anni potrebbe infatti indurre la popolazione a optare per una franchigia più bassa per un periodo più lungo aumentando il consumo di prestazioni sanitarie. Altra ipotesi: gli assicurati potrebbero aspettare la fine dei tre anni prima di farsi curare, facendo così aumentare le spese del trattamento.

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