Sessione «No» del Nazionale al fondo per la ricostruzione dell'Ucraina

fc, ats

5.3.2024 - 09:14

La sala del Consiglio nazionale
La sala del Consiglio nazionale
Keystone

La Svizzera continuerà a sostenere la ricostruzione dell'Ucraina ma non con un apposito fondo. Il Consiglio nazionale ha infatti respinto oggi una mozione della sua commissione delle finanze che ne chiedeva l'istituzione.

5.3.2024 - 09:14

Il testo dell'atto parlamentare non menzionava alcun importo specifico, ma diceva che «l'ammontare della partecipazione della Svizzera deve reggere il confronto sul piano internazionale».

Le relative basi giuridiche avrebbero dovuto essere concepite in modo tale che l'importo messo a disposizione avrebbe potuto essere contabilizzato come voce straordinaria e non sarebbe stata a carico del bilancio ordinario della cooperazione internazionale.

Nel caso contrario si sarebbe infatti ridotto il sostegno da destinare con urgenza alle persone in altre regioni in crisi. Si sarebbe insomma dovuto esaminare nuove fonti di finanziamento.

Due pareri a confronto

La guerra è entrata nel suo terzo anno. Le distruzioni agli edifici e alle infrastrutture, come quelle di comunicazione e energetiche, sono enormi: i danni ammontano a oltre 400 miliardi di franchi, ha affermato Claudia Friedl (PS/SG) a nome della commissione.

Anche la Svizzera deve partecipare allo sforzo di ricostruzione. Le basi sono state poste alla conferenza di Lugano e al WEF di Davos, ha ricordato la sangallese.

A nome della minoranza della commissione, Alex Farinelli (PLR/TI) ha però chiesto al plenum di bocciare la mozione per due motivi. Il primo, più formale, è legato al freno all'indebitamento che a suo avviso non può essere ignorato: «le condizioni per un finanziamento straordinario non sono date».

Questo, tuttavia, non è il punto principale, ha proseguito Farinelli. È noto che negli anni a venire si dovrà risparmiare 2/3 miliardi all'anno, saliti da domenica a 4 con l'approvazione dell'iniziativa sulla tredicesima AVS. Il Parlamento dovrà fare delle scelte e fissare delle priorità, ha aggiunto.

Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso Thomas Aeschi (UDC/ZG): il segnale emerso con la votazione sull'AVS è che la gente vuole investire meno all'estero, ha detto.

Le parole di Cassis

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha da pare sua tenuto a sottolineare l'impegno della Svizzera in materia: «la ricostruzione dell'Ucraina ci sta a cuore, altrimenti non avremmo organizzato la conferenza di Lugano».

Il ministro degli esteri ha anche ricordato i milioni già liberati per l'aiuto umanitario e la ricostruzione. Per il futuro, ha poi sottolineato Cassis, la Svizzera continuerà a sostenere l'Ucraina per la ricostruzione.

Un gruppo di lavoro interdipartimentale è già al lavoro per esaminarne l'ammontare e il finanziamento. Il Consiglio federale per il momento non ha comunque ancora preso decisioni.

Al voto la maggioranza – UDC, PLR e Centro – ha seguito le argomentazioni di Farinelli e Cassis, respingendo la mozione con 111 voti contro 71 e 5 astenuti.

fc, ats