SvizzeraLa costruzione di nuove centrali nucleari rimarrà vietata
bt, ats
15.3.2023 - 12:51
La costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera rimarrà vietata. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale durante l'ultimo giorno di dibattiti riguardanti la Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili.
Keystone-SDA, bt, ats
15.03.2023, 12:51
15.03.2023, 12:58
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Nella votazione d'insieme, l'oggetto è stato accettato per 104 voti a 54 (33 astenuti). Il dossier torna al Consiglio degli Stati per l'esame delle numerose divergenze.
Iniziata lunedì, la discussione sul mastodontico dossier – volto a potenziare la produzione di corrente «verde» per ridurre la dipendenza dall'estero, specie in inverno – è stata spalmata su tre giorni. Il progetto punta a garantire la fornitura di elettricità a lungo termine, evitando penurie e conseguenti blackout. Al voto finale, l'UDC si è espressa contro, mentre i Verdi hanno scelto la strada dell'astensione.
L'atto mantello, già approvato dagli Stati lo scorso settembre, riunisce le revisioni di varie leggi. In mattinata, in aula si è parlato in particolare di nucleare. Secondo il diritto attuale, che sia il governo sia i «senatori» non volevano ritoccare, è vietato rilasciare autorizzazioni di massima per nuovi impianti.
UDC isolata su atomo
Rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia, l'UDC ha tentato di intaccare questo divieto assoluto, ma si è trovata senza sorprese isolata e in inferiorità numerica. Le proposte di minoranza presentate dal partito sono tutte state rispedite chiaramente al mittente.
I democentristi hanno provato invano a fare breccia con diverse formulazioni. Una prima minoranza puntava a un'autorizzazione con procedura semplificata per nuovi impianti su siti esistenti, un'altra a inserire nella legge la possibilità di permettere la realizzazione di centrali a partire dalla terza generazione, un'altra ancora a escludere dall'interdizione quelle intrinsecamente sicure e una quarta a escludere quelle la cui frequenza di danneggiamento del nocciolo rispetta il valore limite di 1 ogni 100'000 anni di esercizio.
Pareri agli antipodi
«Il nucleare non è un capriccio o una moda, è un bisogno impellente che non deve spaventare», ha detto Pierre-André Page (UDC/FR). «Mettete da parte le ideologie, non perdete questa occasione di porre fine alla crisi energetica», ha aggiunto rivolto ai colleghi Michael Graber (UDC/VS).
«Questa fonte non è la soluzione, bensì il problema», ha replicato Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE), citando «gli incidenti che si verificano mensilmente» negli impianti elvetici. «Si tratta di un cattivo investimento», ha tagliato corto la consigliera nazionale ecologista. «Non è vero che permetterebbe di essere indipendenti, non ci sono miniere di uranio nel nostro Paese», ha rincarato la dose Baptiste Hurni (PS/NE). «Nella legge si parla di promozione delle rinnovabili, cosa c'entra con questo il nucleare?», si è dal canto suo chiesto Stefan Müller-Altermatt (Centro/SO).
Magari in futuro
Stando a Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG), ora non è il momento giusto di rilanciare il dibattito sul tema. Il discorso potrebbe eventualmente essere diverso in futuro, con l'avvento di tecnologie di quarta generazione, ha precisato la sangallese. Proprio pensando ai progressi della tecnica in un domani, Christian Wasserfallen (PLR/BE) ha depositato una proposta con l'intento di non chiudere del tutto la porta a nuove centrali. Nemmeno tale rivendicazione ha però fatto abbastanza proseliti.
Malgrado in passato, prima di entrare nell'esecutivo, non abbia certo fatto mistero di essere un sostenitore dell'atomo, dovendo indossare le vesti di rappresentante del governo in aula il consigliere federale Albert Rösti ha raccomandato di respingere tutte le minoranze pro nucleare. «In questa circostanza bisogna concentrarsi sull'ampliamento delle rinnovabili», ha rapidamente liquidato la questione il ministro.
Disattivazione
Per quanto riguarda la disattivazione delle centrali, la Camera del popolo ha bocciato anche altre due minoranze. Una, ancora proveniente dall'UDC, voleva che gli impianti esistenti potessero essere messi fuori esercizio solo in caso di produzione di elettricità sostitutiva garantita in ogni stagione e in ogni fascia mediante corrente prodotta in Svizzera.
Una seconda, patrocinata questa volta dal campo rosso-verde, mirava a fissare un calendario per lo spegnimento delle strutture al momento attive nella Confederazione: al più tardi nel 2027 per Beznau I e II, nel 2032 per Gösgen e nel 2037 per Leibstadt.
Solare ed eolico
Per quel che concerne sempre l'ultimo «blocco» del dibattito, il Nazionale ha inoltre deciso di disciplinare le condizioni per la costruzione di impianti solari al di fuori delle zone edificabili. Ad esempio, all'interno di aree agricole essi non potranno pregiudicare gli interessi dei contadini, a meno di non essere utili alla sperimentazione o alla ricerca agricole.
Dal canto loro, i parchi eolici saranno da considerarsi vincolati all'ubicazione se provvisti almeno di vie di collegamento stradale rudimentali.