Permangono ancora alcune divergenze - e talune non da poco - tra i due rami del Parlamento in merito al preventivo 2019 della Confederazione. Oggi, in seconda lettura, il Consiglio nazionale ha ribadito, anche se talvolta di misura, di voler fare delle economie.
La Camera del popolo si è invece allineata agli Stati, al quale il dossier ritorna, su taluni contributi per la formazione e la ricerca. Per quanto riguarda la voce "Spese per beni e servizi", il plenum - con 97 voti contro 95 - ha confermato la decisione presa la settimana scorsa di tagliare 19 milioni in questi ambiti rispetto al progetto governativo.
Con 96 voti contro 95, la Camera del popolo ha inoltre riaffermato la sua volontà di ridurre di 1,4 milioni le spese di funzionamento dell'Ufficio federale della sanità pubblica, affinché si ricorra meno a consulenti esterni. Anche il nuovo Ufficio federale del servizio civile (ZIVI) dovrebbe rinunciare a 1,6 milioni di franchi. Il Nazionale ha mantenuto tale divergenza con la Camera dei cantoni con 99 voti a 93.
Con 112 voti contro 77, la Camera del popolo ha ribadito la volontà di tagliare 2 milioni nel Controllo federale delle finanze. Per 104 voti a 87, il Nazionale ha mantenuto un'altra divergenza di non poco conto con gli Stati, ovvero una diminuzione di 45 milioni nell'aiuto sociale per il settore dell'asilo. Il budget 2019 approvato dal Consiglio federale attesta entrate pari a 73,556 miliardi di franchi e uscite per 72,296 miliardi. Ne scaturisce un avanzo dovuto a maggiori introiti fiscali, ma anche alla bocciatura della previdenza vecchiaia 2020 e della terza riforma della fiscalità delle imprese, ha spiegato oggi il consigliere federale Ueli Maurer.
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