Al Nazionale Rincaro, due mozioni chiedono più mezzi per famiglie e pensionati

cp, ats

21.9.2022 - 11:49

I ministri Ueli Maurer e Alain Berset (seduto) stamane durante la sessione straordinaria sul potere d'acquisto.
I ministri Ueli Maurer e Alain Berset (seduto) stamane durante la sessione straordinaria sul potere d'acquisto.
Keystone

Per far fronte all'aumento dei prezzi, l'anno prossimo i pensionati dovrebbero ottenere la compensazione totale del rincaro, mentre la Confederazione dovrebbe aumentare il proprio contributo (+30%) ai Cantoni per la riduzione individuale dei premi malattia.

Keystone-SDA, cp, ats

È quanto chiedono due mozioni, una del Centro e una del PS, adottate stamane dal Consiglio nazionale al termine di una sessione straordinaria sul potere d'acquisto con, rispettivamente, 99 voti a 92 e 97 voti a 95.

Bocciate invece nettamente le mozioni presentate dall'UDC che chiedevano un taglio del prelievo fiscale sui carburanti, la totale deducibilità dei premi assicurativi malattia dalle imposte e la soppressione del valore locativo per i pensionati. Respinta una mozione dei Verdi che auspicava uno sgravio mirato per le famiglie con reddito modesto confrontate con l'aumento del prezzo dell'energia.

Lunedì prossimo si terrà un dibattito analogo agli Stati su proposte simili a quelle presentate oggi alla camera del popolo: visti i diversi rapporti di forza è probabile che anche le mozioni sulla compensazione del rincaro per i pensionati e l'aumento dei contributi federali per la riduzione dei premi malattia vengano respinte.

Come acutamente osservato dal ministro delle finanze Ueli Maurer, il dibattito odierno, pur affrontando un problema reale che va preso sul serio, è stato svolto anche con un occhio alle elezioni federali del 2023. Nel presentare la proprie proposte, l'UDC ha rinfacciato al campo rosso-verde di voler mandare in malora il paese chiedendo sempre nuove uscite, specie per la transizione energetica, penalizzando la popolazione con nuovi balzelli che si aggiungono a premi malattia in crescita e al rincaro di carburanti e beni di prima necessità, per non parlare delle uscite per l'aiuto allo sviluppo o la presa a carico dei rifugiati ucraini.

La sinistra ha dal canto suo rinfacciato ai democentristi di voler «affamare» lo Stato, favorendo con le sue proposte soprattutto i ceti più abbienti. Verdi liberali e PLR hanno invece seguito la linea del Consiglio federale che chiedeva di respingere tutte le mozioni alla luce di un rincaro ancora sopportabile: per quest'anno si calcola un aumento dei prezzi del 3%, ben al di sotto dell'8-9% dei paesi della zona euro.

Argomenti tirati in ballo anche da Maurer – secondo cui le finanze federali in sofferenza dopo il coronavirus non permettono di largheggiare visto che il futuro ci riserva deficit nell'ordine di miliardi – e dal suo collega di governo Alain Berset. Quest'ultimo ha ricordato che l'adeguamento delle pensioni al rincaro avviene ogni due anni tenendo conto dell'indice misto (ossia prezzi e andamento dei salari): se adattamento ci sarà per il 2023 sarà inferiore al 3%, ha sottolineato Berset, anche perché i salari dovrebbero aumentare del 2% in media. Il ministro della socialità ha anche rammentato che un'inflazione al 2% è considerata normale dalla banca nazionale. Tuttavia, seppur contrari alle mozioni, sia Maurer che Berset hanno assicurato che il Consiglio federale osserva in ogni caso attentamente l'evolversi della situazione, connotata da una forte insicurezza: se sarà necessario agire, il governo agirà, hanno sostenuto.

Ma ritornando al dibattito vero e proprio in aula, diversi oratori hanno sottolineato come la guerra in Ucraina abbia ulteriormente aggravato i problemi di approvvigionamento associati alla pandemia di coronavirus, facendo schizzare verso l'alto soprattutto i prezzi dell'energia e, in parte, dei generi alimentari. A ciò si aggiunge l'aumento dei premi malattia – si stima un 10% in media -, mentre i salari rimangono al palo, ha dichiarato Christian Dandrès (PS/GE).

Una situazione che colpisce soprattutto le persone a basso reddito, ha specificato il socialista, secondo cui è importante preservare il potere d'acquisto delle famiglie, un elemento essenziale anche per sostenere la congiuntura. Per Gerhard Pfister (Centro/ZG), «il governo non dovrebbe agire solo per sostenere le grandi aziende (vedi caso Axpo. n.d.r), ma anche le famiglie: non fare nulla ora non è un'opzione».

Per quanto attiene ai premi assicurativi, PS e Centro sono riusciti quindi a far passare la mozione che chiede un aumento del 30% del contributo federale a condizione che i Cantoni non riducano la propria quota. La riduzione individuale dei premi è uno strumento collaudato che allevia le famiglie in modo mirato ed efficace, ha sostenuto Mattea Meyer (PS/AG).

Thomas de Courten (UDC/BL) avrebbe voluto consentire la deduzione completa dei premi dalle imposte. Una proposta che, secondo la sinistra, andrebbe a vantaggio solo dei più ricchi. «Il progetto costerebbe alle casse federali 400 milioni di franchi mentre il risparmio per i redditi più bassi sulle tasse ammonterebbe ad appena 12 franchi», ha sottolineato Jacqueline Badran (PS/ZH).

Secondo il Consiglio federale, una deduzione completa equivarrebbe a un incentivo extrafiscale e violerebbe il principio della tassazione in base alla capacità contributiva.