BERNA
La Svizzera non deve reintegrare il programma di scambio europeo di studenti Erasmus+ prima del 2021. La soluzione nazionale voluta dal Consiglio federale per gli anni 2018-2020 piace alla Commissione delle finanze del Nazionale.
Quest'ultima propone tuttavia, con 13 voti contro 11, di ridurre di 9,3 milioni il credito complessivo a 105,2 milioni di franchi, rinunciando a promuovere la cooperazione internazionale tra le istituzioni e gli attori della formazione svizzeri ed esteri, si legge in un comunicato odierno dei Servizi del Parlamento.
È inoltre stata respinta, con il voto decisivo della presidente della commissione Margret Kiener Nellen (PS/BE), una proposta di stralcio del sussidio federale di 11,1 milioni di franchi per la gestione dell'agenzia nazionale Movetia.
Dalla sospensione delle negoziazioni sull'associazione della Svizzera a Erasmus+ in febbraio 2014 il Consiglio federale ha adottato una soluzione transitoria che garantisce la mobilità internazionale degli svizzeri in tutti i settori di formazione fino al 2017. Essa è stata attuata in attesa di una reintegrazione del programma europeo dal 2018.
Per il governo tale data non è però realistica. Di comune accordo, la Svizzera e la Commissione europea non hanno ripreso i negoziati su Erasmus+ malgrado la ratifica elvetica dell'estensione della libera circolazione alla Croazia nel dicembre 2016.
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