Covid Il Governo all'inizio ha sottovalutato la pandemia

bt, ats

24.5.2022 - 15:13

Il rapporto è stato presentato in conferenza stampa da alcuni parlamentari, fra cui il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa.
Il rapporto è stato presentato in conferenza stampa da alcuni parlamentari, fra cui il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa.
Keystone

Nelle prime settimane dell'emergenza sanitaria, il Consiglio federale ha sottovalutato la potenziale durata della pandemia di Covid.

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Al governo è inizialmente sfuggita la portata globale della crisi, rimproverano le Commissioni della gestione (CdG) delle Camere federali in un rapporto divulgato questo martedì.

La conseguenza di questa scarsa lungimiranza è stata che i provvedimenti di gestione della crisi sono stati elaborati per diverse settimane in seno ai vari dipartimenti in modo non coordinato. In particolare, quello dell'interno (DFI) ha avuto un'influenza «preponderante».

Esso ha assunto la condotta dei tre principali organi di crisi: l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), lo Stato maggiore federale Protezione della popolazione (SMFP) e lo Stato maggiore di crisi del Consiglio federale per la gestione della pandemia da Covid (SMCC).

Questi due ultimi organi trasversali, che implicano più di un dipartimento, hanno avuto un ruolo troppo sussidiario. Una situazione non certo adeguata, criticano le commissioni parlamentari nel documento, che si concentra sul periodo fra gennaio e giugno 2020.

Task force UFSP in prima linea

In fin dei conti, è stata la task force dell'UFSP che si è ben presto ritrovata in prima linea ad affrontare l'emergenza, il che non era previsto. Questo team, messo in piedi rapidamente a fine gennaio 2020, ha fatto il meglio possibile durante la prima ondata, ha evidenziato il consigliere agli Stati Marco Chiesa (UDC/TI) durante una conferenza stampa odierna a Berna nella quale alcuni parlamentari hanno presentato le conclusioni del rapporto.

«La gestione del personale ha però rappresentato un punto debole», ha proseguito il «senatore» ticinese, dato che responsabilità e competenze non erano abbastanza chiare.

Dal rapporto emerge come l'ufficio sia stato confrontato a una mole di lavoro senza precedenti e sia finito nel bel mezzo dell'attenzione pubblica e politica. Molti dipendenti hanno dovuto lavorare la notte e il week-end per parecchi mesi e a ciò si aggiungono gli avvicendamenti avvenuti in tre posizioni chiave, non da ultima quella di direttore.

Bilancio agrodolce

D'altro canto, secondo le commissioni l'SMFP non ha svolto i compiti che ci si aspettava. Per ragioni definite poco comprensibili, è rimasto nell'ombra della task force dell'UFSP. Un punto che il Consiglio federale è chiamato ad approfondire.

Pure l'SMCC non si è incaricato di gestire la crisi come avrebbe dovuto. Istituito in ritardo, si è accontentato di fungere da organo d'informazione e di coordinamento.

Complessivamente, la Svizzera ha superato in modo soddisfacente la prima ondata pandemica, ma il bilancio resta in chiaroscuro. I tre principali organi di crisi federali hanno infatti mostrato diverse lacune e su svariati punti l'organizzazione si è ampiamente discostata dalle strutture previste, constatano le CdG. Sotto molti aspetti insomma il virus ha colto alla sprovvista le autorità federali, che si sono mosse troppo lentamente.

«I mesi di gennaio e febbraio avrebbero probabilmente dovuto essere utilizzati per progettare un'organizzazione di crisi funzionante», ha dichiarato davanti ai media il consigliere agli Stati Daniel Fässler (Centro/AI). La critica comunque si rivolge alle strutture in generale e non a singole persone, ha puntualizzato Chiesa.

Rivedere l'organizzazione

Le commissioni domandano ora al governo di fare autocritica, tracciando un bilancio per rispondere alle osservazioni e alle undici raccomandazioni formulate nelle 133 pagine di rapporto.

La relazione dovrà anche stabilire un concetto per l'organizzazione delle future crisi ed esaminare una revisione delle basi legali. Un postulato e una mozione sono stati depositati in questo senso.

A livello di gerarchie, «il Consiglio federale deve riflettere sul ruolo dei direttori degli uffici in tempo di crisi», ha detto Chiesa. Le commissioni sollecitano inoltre a rivedere le esercitazioni tenute in passato, in quanto le autorità non sono sembrate preparate in maniera ottimale ad affrontare un'emergenza come quella del Covid.