Direttiva Ue Referendum contro la legge sulle armi: oltre 100'000 firme

ATS

17.1.2019 - 12:16

"Le nuove direttive europee al riguardo non apporteranno alcun miglioramento a livello di sicurezza", ha affermato Luca Filippini, presidente della federazione sportiva svizzera di tiro.
"Le nuove direttive europee al riguardo non apporteranno alcun miglioramento a livello di sicurezza", ha affermato Luca Filippini, presidente della federazione sportiva svizzera di tiro.
Source: SDA

Oltre 125 mila firme, di cui circa 7 mila dal Ticino, raccolte in meno di tre mesi.

È il "bottino" di adesioni consegnato oggi dalla Cancelleria federale dal Comitato di interessi del tiro svizzero che si batte contro la modifica della legge sulle armi volta ad inasprire il possesso di quelle automatiche. Il popolo si esprimerà il 19 di maggio prossimo. Per la riuscita del referendum bastavano 50 mila sottoscrizioni.

Secondo Luca Filippini, presidente della federazione sportiva svizzera di tiro nonché del Comitato contrario alla modifica della legge approvata dal Parlamento, "le nuove direttive europee al riguardo, che la Svizzera è obbligata riprendere poiché associata allo spazio Schengen, non apporteranno alcun miglioramento a livello di sicurezza".

A parere del ticinese, fra l'altro segretario generale e coordinatore del Dipartimento delle istituzioni in mano al "ministro" Norman Gobbi, le nuove disposizioni europee ledono i diritti e le libertà dei cittadini svizzeri. "Se col diritto attuale un cittadino incensurato ha il diritto di acquistare un'arma semiautomatica, le nuove disposizioni vietano tutti questi fucili e pistole dotate di grandi caricatori", ha dichiarato a Keystone-Ats.

La direttiva Ue sulle armi automatiche è stata adottata dal Parlamento lo scorso settembre. Come più volte ripetuto nei due rami del Parlamento durante i dibattiti, la Svizzera ha ottenuto eccezioni per quanto riguarda l'arma personale che ogni soldato ha il diritto di portare a casa. Anche per cacciatori e appassionati di tiro non cambierà nulla.

A combattere la direttiva Ue adottata dopo gli attentati terroristici di Parigi è stata l'UDC, secondo cui le nuove restrizioni nel possesso di armi metterebbero in pericolo la tradizione elvetica del tiro.

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