Politica Il Nazionale approva la «Lex Pilatus»

ATS

12.3.2020 - 12:05

Consiglio nazionale: approvata «Lex Pilatus»
Consiglio nazionale: approvata «Lex Pilatus»
Source: KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER

L'interpretazione della Legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all'estero (LPSP) va rivista per fare in modo che vengano assicurate le prestazioni di servizio e manutenzione per i beni già esportati.

È quanto ritiene il Consiglio nazionale che ha adottato oggi due mozioni in tal senso già approvate dagli Stati. I due atti parlamentari fanno esplicitamente riferimento alla Pilatus.

Il fabbricante nidvaldese di aeroplani si era visto vietare dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) la possibilità di eseguire la manutenzione sugli aerei da addestramento consegnati all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, Paesi coinvolti nel conflitto nello Yemen contro i «ribelli» separatisti Houti.

Interpretazione della legge troppo rigida?

La decisione di vietare le proprie attività nei due Paesi arabi si basa però su un'interpretazione troppo rigida della legge, secondo il relatore commissionale Bruno Walliser (UDC/ZH).

In questo modo vengono toccate molte più imprese di quanto immaginato e voluto dal legislatore (una ventina circa). Quanto al caso Pilatus, l'altra relatrice Jacqueline de Quattro (PLR/VS) ha ricordato come la vendita di aerei fosse stata regolarmente autorizzata.

La LPSP era stata pensata per porre un limite alle attività di società con sede in Svizzera che forniscono servizi di sicurezza privata all'estero, ossia mettono a disposizione «mercenari». Importanti punti di forza della Confederazione, come l'affidabilità e la certezza del diritto, sono ora messi in discussione, ha sottolineato la vodese.

Contrari Cassis e la sinistra

La sinistra, appoggiata dai Verdi liberali, si è opposta invano ai due atti parlamentari. Priska Seiler Graf (PS/ZH) ha criticato una modifica di legge per un caso individuale. Per la zurighese le limitazioni concernenti Pilatus e l'Arabia Saudita sono più che giustificate essendo il Paese arabo uno dei peggiori in materia di diritti umani.

Contrario alle mozioni, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha riconosciuto nondimeno la necessità di agire. Il ticinese ha ricordato che il suo dipartimento e quello dell'economia hanno istituito lo scorso anno un gruppo di lavoro interdipartimentale incarica di risolvere il problema.

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