Covid in SvizzeraMathys sulla variante inglese: «Dati incompleti, regna molta incertezza»
cp, ats
16.2.2021 - 15:22
I dati su infezioni, ricoveri e decessi continuano a calare, ma non si può escludere un incremento delle infezioni nelle prossime settimane a causa soprattutto delle varianti del Covid-19.
Lo ha dichiarato oggi ai media Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), sostenendo che i dati sulla variante inglese, quella più temuta, sono ancora incompleti. Insomma, è difficile fare previsioni al momento, regna molta «incertezza».
In generale, le cifre comunicate oggi ci inducono a un prudente ottimismo, anche se avremmo voluto una flessione più netta dei casi di nuove infezioni, ha spiegato Mathys. Il tasso di riproduzione oscilla tra lo 0,88 e l'1. Si va nella giusta direzione, ma la diminuzione non è abbastanza veloce, secondo Mathys.
Incertezza in merito alla variante inglese
In merito alle pressioni che giungono soprattutto dal mondo economico, ma anche dai partiti, affinché il Consiglio federale allenti le misure protettive, Mathys ha diplomaticamente glissato su alcune domande poste a tale proposito. Il Consiglio federale si trova senz'altro di fronte a una «decisione difficile», ha affermato, aggiungendo che gli esperti possono solo esprimere raccomandazioni sulla base delle informazioni a disposizione.
Gli ultimi dati pubblicati dal Politecnico federale di Zurigo, ha spiegato l'alto funzionario dell'UFSP, non indicano chiaramente il raddoppio ogni 10 giorni del numero di infezioni dovuti alla variante inglese come previsto all'inizio.
I dati provenienti da Ginevra, ha asserito, lasciano pensare che di tutti i casi confermati, il 50% potrebbe essere dovuto alla variante britannica. Tuttavia, queste informazioni non possono essere estese a tutto il Paese, ha precisato. Attualmente, le varianti dovrebbero essere il 26-27%, se non superiori, del totale dei casi di infezione da Covid registrati.
Nelle settimane scorse, lo stesso Mathys aveva parlato di un raddoppio dei casi ogni settimana per la variante inglese e del pericolo che essa prenda il sopravvento. Ad ogni modo, Mathys ha precisato che entro la fine di questa settimana, si avranno dati più precisi che dovrebbero portare maggiore chiarezza al riguardo.
Sul fronte della vaccinazioni, Virginie Masserey dell'UFSP, dove si occupa del controllo delle epidemia, ha dichiarato che le operazioni proseguono, anche se bisogna tuttavia fare i conti con problemi nelle forniture. Al momento, quasi 550 mila persone sono state vaccinate e 100 mila hanno ricevuto la seconda dose di uno dei due vaccini autorizzati finora, ossia quello di Moderna e di Pfizer/BioNtech.
In un raffronto con gli altri Paesi occidentali, ha aggiunto la funzionaria, con 6,3 dosi ogni 100 mila abitanti la Svizzera occupa una buon posizione, preceduta in Europa solo dalla Gran Bretagna e dalla Danimarca.
Stando a Masserey, nonostante le difficoltà di procurarsi i vaccini, entro la fine di aprile tutte le persone a rischio in Svizzera dovrebbero aver ricevuto almeno una dose di vaccino. Da maggio, il preparato potrà essere inoculato al resto della popolazione. Entro l'estate, come annunciato anche dal Consiglio federale, tutte le persone che lo desiderano dovrebbero essere immunizzate contro il Covid-19.