La crisi del coronavirus ha avuto un impatto deleterio su molti lavoratori dipendenti. E il futuro non sembra affatto rassicurante, sottolinea l'Unione sindacale svizzera (USS).
Keystone-SDA, ch, ats
20.04.2021, 13:40
20.04.2021, 14:50
SDA
«Dopo aver lottato contro la pandemia, dobbiamo lottare per una maggiore sicurezza sociale» per evitare un ulteriore peggioramento della situazione, ha detto oggi il presidente, Pierre-Yves Maillard, in una conferenza stampa.
La disoccupazione e la sottoccupazione sono in aumento. Chiusure e altre restrizioni hanno portato a un'esplosione del lavoro precario e le disparità di reddito sono aumentate. Gli standard minimi per i salari e le condizioni di lavoro vengono spesso ridotti.
La crisi economica e sociale in Svizzera è sicuramente meno drammatica che in altri paesi. Le misure adottate hanno permesso di evitare i danni sociali più gravi, ma questo non significa che la situazione sia accettabile, ha aggiunto Maillard. Gli aiuti legati alla pandemia devono essere mantenuti nonostante le aperture. Si tratterebbe di convertirli in un piano di rilancio per alcuni settori, come la cultura o l'industria alberghiera, suggerisce il presidente dell'USS.
Le prospettive per i prossimi mesi sono preoccupanti. Lo strumento del lavoro a orario ridotto aveva evitato molti licenziamenti, ma non si vede nessuna ripresa significativa del mercato del lavoro.
Anche dopo la seconda ondata della pandemia, un numero estremamente alto di persone è ancora senza lavoro. I dipendenti più giovani e più anziani sono più colpiti della media, oltre ai lavoratori a basso reddito. L'USS chiede quindi una rapida estensione del lavoro ad orario ridotto da 18 a 24 mesi per evitare licenziamenti.
Meno reddito disponibile
Con il lavoro ridotto e la disoccupazione, inoltre, i redditi calano. Secondo una stima dell'USS, le persone nelle fasce di reddito più basse (fino a 4.000 franchi lordi al mese) devono fare i conti con circa 300 franchi in meno al mese. Chi ha stipendi sopra i 10'000 franchi invece si ritrova 300-400 franchi in più in tasca. «È inaccettabile che il costo economico della crisi ricada sui salari più bassi», ha criticato Maillard.
Allo stesso tempo, le chiusure parziali dell'economia hanno portato a una proliferazione di lavori precari. Con il boom delle consegne a domicilio da parte dei corrieri, gli standard minimi delle condizioni di lavoro troppo spesso non sono rispettati. La chiusura dei ristoranti, ad esempio, ha portato a un netto incremento delle consegne di cibo da parte dei corrieri, che spesso hanno spesso salari bassi, un tasso di occupazione incerto e scarsa protezione sociale. I nuovi posti di lavoro creati durante la pandemia sono in settori non regolamentati, «sono lavoratori precari, subappaltatori e finti indipendenti», ha sottolineato Daniel Münger, presidente del sindacato syndicom.
Peggiorano le condizioni di lavoro
Chi ha potuto continuare a lavorare nonostante il semiconfinamento ha spesso dovuto accettare un peggioramento delle condizioni di lavoro, per esempio nella vendita e nell'elaborazione degli ordini online, ha ribadito dal canto suo Vania Alleva, presidente di Unia.
«La pressione è enorme per i dipendenti che accettano questa erosione senza dire nulla, perché sanno che i lavoratori a tempo ridotto stanno ancora peggio. Per questo abbiamo bisogno di un indennizzo al 100% per il lavoro a orario ridotto per salari fino a 5.000 franchi e l'estensione dei contratti collettivi di lavoro (CCL)», ha aggiunto.
Attualmente oltre 550.000 lavoratori dipendono dai sussidi dell'assicurazione contro la disoccupazione, 450.000 in più rispetto all'inizio del 2020, ha detto Maillard. 400.000 sono in lavoro ridotto e altri 50.000 sono disoccupati. Sono mezzo milione di persone che vivono e sostengono le loro famiglie con almeno il 20% di reddito in meno da mesi.
Se siamo confrontati a manifestazioni di rabbia e disperazione, anche nella pacifica Svizzera, è a causa di questa crisi sociale, ha detto il presidente dell'USS. Le persone che hanno superato la crisi senza perdita di reddito o senza paura di perdere il lavoro, a volte faticano a capire la rabbia e la violenza del sentimento di ingiustizia che colpisce una parte importante e già precaria della popolazione.
Esigenze
Per far fronte a queste prospettive fosche, l'USS chiede un salario minimo di 22 franchi all'ora e contratti collettivi vincolanti per i nuovi posti di lavoro che sono sorti nei servizi di corriere e nel commercio online.
L'USS esige inoltre che i quasi cinque miliardi di franchi di riserve in eccedenza dei premi di cassa malattia siano restituiti alla popolazione per rafforzare il potere d'acquisto e stimolare l'economia nazionale.
Anche i programmi di austerità, soprattutto a livello federale, devono essere abbandonati per evitare che la disoccupazione aumenti ulteriormente. Infine, l'USS chiede garanzie di lavoro nelle aziende e sostegno nella ricerca di un'occupazione per i giovani che hanno completato la loro formazione.