Epidemia Berset: «Non assaltate i negozi, non serve fare scorte»

ATS

16.3.2020 - 18:23

Non è necessario svuotare gli scaffali: i dettaglianti assicurano che l'approvvigionamento è garantito (foto rappresentativa)
Non è necessario svuotare gli scaffali: i dettaglianti assicurano che l'approvvigionamento è garantito (foto rappresentativa)
Source: KEYSTONE/URS FLUEELER

L'approvvigionamento di derrate alimentari o di medicinali è assicurato, malgrado la chiusura di bar, ristoranti e altri servizi non essenziali. Consiglio federale e dettaglianti invitano la popolazione a non fare incetta di generi alimentari svuotando gli scaffali.

Non c'è bisogno di costituire scorte di emergenza, ha detto il consigliere federale Alain Berset. La Svizzera continua a funzionare. «La vita va avanti. Più lenta e in spazi più ristretti, ma va avanti».

Approvvigionamento assicurato

Anche la federazione dei dettaglianti svizzeri (Swiss Retail Federation) ha invitato la popolazione a non lasciarsi andare a un inutile accaparramento. In un'inserzione pubblicata oggi sul Blick e che comparirà nei prossimi giorni anche su altri media, l'organizzazione di cui fanno parte Coop, Migros, Aldi, Lidl, Spar, Denner, Manor e Volg fa sapere che l'approvvigionamento è garantito a lungo termine e che i beni di consumo sono disponibili per tutti. I negozi lavorano a stretto contatto con le autorità federali e i fornitori per rifornire più frequentemente i punti vendita e garantire scaffali pieni. L'organizzazione fa anche appello alla solidarietà dei clienti: chi compra più del necessario fa sì che magari altri siano costretti ad andarsene a mani vuote. Inoltre questo atteggiamento mette a dura prova i dipendenti, in un periodo già di per sé molto impegnativo.

Tavolino magico

Ovunque rimarranno aperti negozi di alimentari, farmacie, drogherie, stazioni di servizio e chioschi. Solo il Tavolino Magico chiude i suoi 132 centri di distribuzione di generi alimentari in Svizzera fino a nuovo avviso, per garantire la protezione dei volontari e degli utenti e contenere la diffusione del virus.

«In questo momento non possiamo più garantire di agire in sicurezza nei Centri di distribuzione, di conseguenza tutti i nostri centri chiudono con effetto immediato», precisa una nota pubblicata sul sito dell'associazione che si occupa di raccogliere gli alimenti invenduti e distribuirli a chi si trova in stato di bisogno.

In Ticino e nelle regione italofone dei Grigioni Tavolino Magico gestisce 14 centri di distribuzione.

Le cifre dell'epidemia

Le cifre dell'epidemia intanto continuano ad aumentare: a livello nazionale si contano almeno 2'300 casi positivi di cui 1680 confermati, stando alle cifre ufficiali fornite dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) che si fermano alle 12.00. I decessi in tutto sono 14. In Ticino ci sono state due nuove vittime, entrambe erano persone over 65. I casi positivi sono 330, ha annunciato il medico cantonale Giorgio Merlani. Le persone ricoverate sono 94, di cui 17 in terapia intensiva (15 intubate).

A causa dell'epidemia altri quattro cantoni (JU, FR, BL, AI) hanno deciso di annullare le sedute dei rispettivi parlamenti. Il coronavirus rallenta anche il corso della giustizia perché sempre più cantoni riducono le attività all'essenziale. Nel canton Vaud, a Ginevra e a Zurigo sono mantenuti soltanto i processi urgenti che per motivi giuridici non possono essere posticipati. Fra i casi urgenti che continueranno ad essere trattati, l'Ordine giudiziario vodese (OJV) cita in particolare quelli legati ai ricoveri a scopo di assistenza e quelli per violenza domestica. A Berna il tribunale regionale posticipa i processi che durano più giorni.

Aiuto dell'esercito

I cantoni intanto si preparano ad affrontare il picco dell'epidemia. Oltre al Ticino e ai Grigioni, altri tre cantoni – Basilea Campagna, Basilea Città e Turgovia – hanno chiesto l'aiuto dell'Esercito svizzero. Lo ha confermato all'agenzia Keystone-ATS il suo portavoce Daniel Reist, precisando che l'esercito ora tratterà le richieste. La situazione potrebbe però cambiare da un minuto all'altro.

Da oggi 300 membri del Battaglione d'ospedale 5 sono dispiegati per affrontare il virus. Si tratta di un servizio speciale a sostegno dei nosocomi civili che può fornire personale e materiale in caso di situazione straordinaria. Il battaglione può anche fare in modo di estendere la capacità delle cure infermieristiche e di base, con la preparazione di strutture che possono accogliere fino a 200 pazienti.

In Ticino l'esercito è già operativo da lunedì scorso in Ticino, dove con due ambulanze e 23 sanitari aiuta gli ospedali. Il numero esatto di militari che verranno dispiegati nelle varie regioni non è ancora noto ma, secondo quanto dichiarato dall'Esercito a Keystone-ATS, saranno probabilmente diverse centinaia.

Per venire in aiuto alle autorità cantonali, il Consiglio federale ha innalzato il servizio d'appoggio dell'esercito da 800 a 8000 militari. L’esercito dovrà in primo luogo servire d’appoggio alla sanità pubblica, fornendo prestazioni quali la cura e la sorveglianza dei pazienti, i trasporti sanitari o la logistica ospedaliera (p. es. disinfezione dei letti, cucina, lavanderia, pulizia).

Il primo cantone ad aver ottenuto sostegno è stato il Ticino, con due ambulanze militari. In Ticino l'esercito è già operativo da lunedì scorso in Ticino, dove con due ambulanze e 23 sanitari aiuta gli ospedali.

Personale medico frontaliero

L'Hôpital du Jura (H-JU), l'ente ospedaliero cantonale giurassiano, nel frattempo ha invitato il personale frontaliero a risiedere provvisoriamente nel cantone o in Svizzera. H-JU impiega circa il 30% di frontalieri. «Per il momento, non abbiamo dovuto far fronte a defezioni», ha sottolineato il portavoce dell'ente ospedaliero, Olivier Guerdat. Ma H-JU voluto anticipare tale scenario chiedendo su base volontaria ai frontalieri di rimanere in Svizzera. Le spese saranno prese a carico dall'ospedale cantonale.

Una situazione simile a quella ticinese. Ieri, un medico frontaliere italiano ha dichiarato all'agenzia di stampa italiana ANSA che «l'ente ospedaliero cantonale sta chiedendo ai frontalieri di modificare il proprio domicilio» per qualche mese. Al medico venerdì hanno proposto un contratto per restare in Svizzera («senza possibilità di tornare in Italia» nemmeno nei giorni liberi) fino al 30 giugno. «Si può scegliere: o l'ente fornisce vitto e alloggio in alberghi convenzionati, o dà 1'500 franchi svizzeri al mese per le spese».

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