Evoluzione incertaNeher: «Il Covid potrebbe riservare ancora spiacevoli sorprese»
mh, ats
26.1.2022 - 19:23
Gli esperti non avevano ancora mai osservato un'evoluzione di un virus così rapida in così breve tempo come quella del Sars-CoV-2. Lo sottolinea Richard Neher, biofisico dell'Università di Basilea e membro della Task force della Confederazione, per il quale non sono da escludere nuove sorprese. La nuova sottovariante BA.2 presente anche in Svizzera.
26.1.2022 - 19:23
SDA
Non è ancora possibile immaginare come potrebbe essere la «nuova normalità», afferma Neher in un'intervista pubblicata sul sito del suo ateneo. A suo avviso è però molto improbabile che le nuove varianti possano riportarci alla casella di partenza nella lotta contro la pandemia.
Questo perché l'elevata immunità al Covid-19 nella popolazione non è caratterizzata solo dalla protezione attraverso gli anticorpi, che un virus può aggirare rapidamente, ma anche dall'immunità cellulare. E quest'ultima, spiega Neher, è molto più difficile da eludere per il virus perché, a differenza degli anticorpi, i nostri linfociti T lo riconoscono in molte parti diverse.
Sorprendenti le così tante mutazioni
La mutevolezza del Covid ha però sorpreso anche gli esperti. Omicron o Alpha si sono evoluti in diversi luoghi «senza che alcun precursore fosse osservato», aggiunge Neher. Che una variante di un virus osservato da vicino come SARS-CoV-2 possa sorgere dal nulla con così tante mutazioni è «assolutamente sorprendente», dice.
Attualmente sono in circolazione tre varianti di Omicron, con diverse mutazioni: la principale BA.1, il suo fratellino BA.2, già dominante in Scandinavia, India e Filippine, e la BA.3, poco diffusa.
«Questo rende l'origine di Omicron ancora più misteriosa. Ad oggi, non possiamo spiegare questo sviluppo atipico», afferma l'esperto.
Il sottotipo BA.2 è già presente in Svizzera, secondo il rapporto settimanale della Task Force pubblicato martedì, anche se è ancora molto raro. L'evoluzione è incerta, ma per l'esperto di Basilea è possibile che BA.2 diventi completamente dominante e provochi un secondo picco, o semplicemente prolunghi l'onda Omicron.
L'immunità crociata non è esclusa a causa delle somiglianze tra queste varianti.
Troppo presto per parlare di una situazione endemica
Con gli alti e bassi attuali, è troppo presto per parlare di una situazione endemica, osserva lo scienziato. La percentuale di persone non immunizzate – vaccinate o curate – è ancora troppo alta.
E anche se Omicron dovesse significare la fine della pandemia, endemico non significa necessariamente lieve: il virus della poliomielite, ad esempio, era endemico.
In generale, il confine tra una pandemia e una situazione endemica è sfocato e la strada accidentata.
Anche se Omicron sembra provocare un decorso più lieve della malattia rispetto alla variante Delta, ciò non significa che tutte le infezioni saranno lievi e per Neher la vaccinazione è sicuramente preferibile all'infezione.
Per il futuro, l'esperto può immaginare che Omicron possa evolversi, oppure possa risorgere un'altra variante, come Delta, o emergerne una nuova. È possibile anche lo sviluppo di ibridi, cioè la nascita di nuove varianti attraverso la ricombinazione di vecchie, qualcosa che già conosciamo.
Secondo Neher, il virus resterà, probabilmente circolando stagionalmente. Non è tuttavia ancora chiaro come saranno le ondate future e quando arriveranno. Potrebbero essere peggiori, ma anche meno gravi, della tipica ondata di influenza, conclude Neher.
Una piattaforma per prevedere l'evoluzione dei virus
Richard Neher monitora le varianti di SARS-CoV-2 attualmente in circolazione in tutto il mondo con la sua piattaforma Nextstrain. Fondata nel 2015, originariamente mirava a poter prevedere l'evoluzione dei virus, in particolare quello dell'influenza, per i quali ogni anno deve essere sviluppato un nuovo vaccino.