Lo ha dichiarato oggi, venerdì, ai media Stefan Kuster, responsabile delle malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). La settimana scorsa sono state testate oltre 70 mila persone. I tre quarti dei soggetti trovati positivi ha meno di 40 anni.
Il tasso di riproduzione, ha aggiunto, è inferiore a 1. Ciò significa che il tasso di riproduzione del virus non è ancora esponenziale. Oltre a ciò, ha aggiunto Kuster, la situazione per quanto riguarda i decessi e le ospedalizzazioni rimane stabile. «In questo momento non parliamo di una seconda ondata, bensì di una lenta progressione del numero di infezioni», ha specificato l'alto funzionario.
Gli sforzi profusi stanno dando frutti
Per Kuster, insomma, gli sforzi profusi sia dai Cantoni che dalla popolazione stanno dando i frutti sperati. Difficile però fare previsioni sull'evoluzione della situazione pandemica. Molto dipenderà dal numero di persone che rientreranno dalle vacanze, dalle ripercussioni della decisione governativa di consentire grandi manifestazioni e anche dall'incipiente arrivo dell'autunno.
Stando a Kuster, tutti – Confederazione, Cantoni e i singoli – devono dare il massimo per evitare una forte progressione del virus. Da parte sua, l'UFSP fa di tutto affinché il risultato del test possa essere consegnato alla persona interessata 24 ore dopo l'apparizione dei primi sintomi. Tra l'altro, gli specialisti sperano di avere a disposizione test sempre più veloci.
Sottoposti a verifica i test veloci
A tale proposito, Virginie Masserey, che presso l'UFSP si occupa del controllo della malattie infettive, ha dichiarato che saranno sottoposti a verifica i test veloci, compresi quelli di Roche, per capire dove potranno essere utilizzati.
Non si sa ancora quanto tempo sarà necessario a Swissmedic e ai laboratori per fare simili esami. «Probabilmente si tratterà di qualche settimana», ha spiegato Masserey.
Sotto esame la situazione in Francia
Interpellata in merito all’eventuale inserimento nella lista dei paesi a rischio della Francia, dove l'infezione ha rialzato la testa, Masserey ha dichiarato che la situazione viene esaminata attentamente e le discussioni sono ancora in corso.
La lista dei paesi a rischio è comunque stata aggiornata con l’inserimento di dieci nuovi paesi fra cui la Croazia, il Libano e l’Ucraina. Altri otto invece sono stati rimossi fra cui Il Belgio, il Lussemburgo e il Messico. La lista aggiornata entrerà in vigore da lunedì.
L'idea di accorciare la durata della quarantena portandola a 5 giorni – invece di 10 come in Svizzera – attualmente al vaglio delle autorità germaniche non è al momento un argomento di riflessione, ha sostenuto Masserey. Un periodo di isolamento di dieci giorni è importante per spezzare le catene di contagio, a suo avviso.