SvizzeraRichiedenti asilo eritrei respinti da rinviare a un Paese terzo
mh, ats
13.3.2024 - 12:27
La Svizzera deve concludere un accordo di transito con un Paese terzo per trasferirvi i richiedenti asilo eritrei respinti. È quanto prevede una mozione di Petra Gössi (PLR/SZ) approvata oggi dal Consiglio degli Stati con 26 voti a 16. Il dossier va al Nazionale.
Keystone-SDA, mh, ats
13.03.2024, 12:27
13.03.2024, 12:29
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Il PLR era già riuscito a fare passare un testo su questo tema alla Camera dei Cantoni lo scorso anno, che però era in seguito stato bocciato da quella del popolo.
È impossibile rimandare indietro i richiedenti asilo eritrei respinti perché il loro Paese rifiuta i rimpatri forzati, ha fatto notare Gössi (PLR/SZ), aggiungendo che questi rimangono in Svizzera, dove vivono a carico della collettività.
Il Consiglio federale è pertanto incaricato di individuare un Paese terzo disposto a concludere un accordo di transito, come la Svizzera aveva tentato di fare con il Senegal nel 2002, con un accordo che doveva autorizzare il transito dei richiedenti asilo per un periodo di tre giorni. Questo lasso di tempo doveva essere utilizzato per identificarli e ottenere un documento d'identità dalla rappresentanza consolare del loro Paese d'origine in Senegal.
Recenti sviluppi internazionali suggeriscono che Paesi come il Ruanda (accordo con il Regno Unito per trasferire la procedura di asilo) e l'Albania (con l'Italia) potrebbero adottare questo tipo di modello. La mozione non menziona però alcun Paese in particolare, lasciando al Consiglio federale il compito di individuarne uno.
Gössi precisa inoltre che la sua mozione non mira in alcun modo a delocalizzare la procedura d'asilo, che si svolgerebbe interamente in Svizzera. Sarebbero interessati solo i cittadini eritrei la cui domanda è stata respinta.
Indignazione a sinistra
Il progetto ha indignato a sinistra. Ci sono problemi in alcuni centri di asilo, c'è violenza, è vero, ma delegare la gestione di questi casi a Paesi terzi non è né serio né rispettoso, ha criticato Carlo Sommaruga (PS/GE). Si tratta di una questione molto delicata, come abbiamo visto nel Regno Unito, dove la Corte Suprema ha respinto l'accordo che il governo voleva concludere con il Ruanda.
Un'intesa di questo tipo sarebbe inutile, visto il rifiuto dell'Eritrea di riammettere i suoi cittadini, ha sostenuto il consigliere federale Beat Jans. Nel caso di un accordo di transito, è probabile che la rappresentanza eritrea nel Paese terzo rifiuti la richiesta di un documento d'identità. I richiedenti asilo eritrei trasferiti dovrebbero quindi essere riammessi in Svizzera dopo 72 ore.
L'opposizione dell'Eritrea al rimpatrio forzato non è specifica alla Svizzera, ma riguarda tutti i Paesi europei, ha poi fatto notare Jans. Il numero di eritrei costretti a lasciare la Confederazione è leggermente diminuito (278 a fine dicembre 2023). Il numero di richieste di asilo primarie è in calo da diversi anni (8'542 nel 2015 contro 426 nel 2022), ha poi enumerato, senza tuttavia riuscire a convincere l'ala destra dell'emiciclo.
Giro di vite
L'Assemblea ha pure sostenuto una mozione di Andrea Caroni (PLR/AR), che incarica il Governo di elaborare una riforma del diritto in materia di stranieri. L'obiettivo è poter sanzionare le persone che sostengono di aver cercato rifugio in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni da parte del regime al potere nel loro Paese di origine, ma che nel nostro Paese difendono, in particolare con la violenza, proprio questo stesso regime, ha spiegato Caroni.
Il «senatore» ha fatto riferimento alle violenze tra eritrei favorevoli e contrari al regime che hanno fatto notizia negli ultimi mesi. Le misure proposte includono la facilitazione della revoca dell'asilo e l'estensione dell'elenco delle infrazioni che portano a un'espulsione.
Per Jans la legge esistente è sufficiente per porre fine a questa violenza, ma la maggioranza non lo ha seguito, appoggiando la mozione di Caroni con 29 voti a favore e 11 contrari. Il dossier va al Nazionale.
Niente sessione straordinaria
L'annunciata sessione straordinaria sull'asilo chiesta dall'UDC non si è tenuta. Le due mozioni sul tema presentate da Marco Chiesa (TI), che chiedevano il ritorno ai controlli sistematici alle frontiere e il rifiuto dell'asilo alle persone provenienti dagli Stati membri del Consiglio d'Europa, sono state rinviate alla commissione competente per un esame dettagliato.