Spionaggio Decine di spie russe infiltrate in Svizzera?

pab

10.9.2019

Anche il laboratorio federale di Spiez (BE) sarebbe stato tra gli obiettivi delle spie russe.
Anche il laboratorio federale di Spiez (BE) sarebbe stato tra gli obiettivi delle spie russe.
Keystone / archivio

Secondo Sergei Jirnov, ex agente del KGB, diverse decine di spie russe sono infiltrate in Svizzera con false identità. La RTS ha raccolto la sua testimonianza.

La spia del KGB in pensione Sergei Jirnov, che ha accettato di testimoniare a viso scoperto davanti alle telecamere della RTS, la radiotelevisione romanda, ha affermato senza mezzi termini: «Avete in Svizzera alcune decine di persone che recitano il ruolo di amici della Svizzera: Possono essere tedeschi, francesi, statunitensi o inglesi. Sono su suolo elvetico con le celebri «leggende», identità totalmente fittizie, ma con veri documenti che ne certificano lo statuto. Sono presenti per svolgere delle operazioni super segrete».

È la prima volta che un ex agente del KBG ammette pubblicamente queste operazioni d'infiltrazione, illustrate nella serie televisiva «The Americans» e che ammette la pratica pluriennale di un tale programma su suolo svizzero.

La ex spia, ormai rifugiata in Francia, ha lavorato, secondo la RTS, fino al 1991 per il servizio che gestisce queste operazioni, un dipartimento segreto dedicato alle spie illegali, che non figurano su nessun organigramma. Secondo la testimonianza di Sergei Jirnov tale dipartimento è sopravvissuto alla dissoluzione del KGB dopo la caduta dell’URSS e anche al suo rimpiazzo, da parte del SVR, il «Servizio di intelligence internazionale» russo.

Spie fino alla morte

L’autore del libro «Pourchassé par le KGB - La naissance d’un espion», (traducibile con “Braccato dal KGB - La nascita di una spia”) , da poco in libreria in Francia, ha dichiarato di aver svolto numerose operazioni sotto copertura, in particolare a Parigi durante una missione d’infiltrazione dell’ENA, la scuola nazionale dell’amministrazione francese, dove si istruiscono le élite politiche transalpine.

«Si rimane lo stesso uomo o la stessa donna. Ma tutto il resto cambia: la nazionalità, il nome, l’origine. Costruiscono una leggenda attorno a te, dopodiché vieni inviato in missione. Io, come Segei Jirnov, rimango a Mosca. E c’è un Serge Legras o un François Dupont che appare negli Stati uniti, in Francia o in Svizzera, per assumere, a volte per decenni, il ruolo di straniero infiltrato».

Per Sergei Jirnov certi agenti clandestini in missione all’estero possono rimanere operativi fino alla loro morte.

La Russia denuncia un fantasma

Nello scambio di email avuto con la RTS l’ambasciata russa in Svizzera rifiuta queste allegazioni e afferma che siano riconducibili a dei fantasmi. La delegazione diplomatica russa ritiene che gli incontri bilaterali tra il capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis e il suo omologo russo Sergei Lavrov, avvenuti nel novembre del 2018, abbiano messo la parola fine al contenzioso tra i due Paesi a proposito dello spionaggio.

Ciò nonostante, ricorda la RTS, in un documento sullo stato attuale della sicurezza della Svizzera, redatto quattro mesi dopo questi incontri, il servizio d’informazione della Confederazione (SIC) non risparmia critiche alla Russia.

Spionaggio molto sviluppato con Putin

Il SIC qualifica come « aggressive » le attività di spionaggio russe in Svizzera, che sarebbe attualmente uno dei centri nevralgici dei servizi d’informazione russi in Europa».

Sergei Jirnov conferma queste conclusioni e si spinge oltre, valutando che la tendenza allo spionaggio non è mai stata così forte: «Con Putin, il livello di spionaggio russo è diventato due o tre volte superiore a quello che abbiamo conosciuto durante la Guerra fredda. I servizi segreti russi realizzano oggi delle cose che non avremmo osato fare ai tempi dell’Unione Sovietica. È molto più diretto, aggressivo. Può essere anche insultante per il Paese preso di mira».

E aggiunge: «La Svizzera è in una buona posizione nella scala degli interessi dei servizi segreti russi. Nei primi cinque o sei posti, grazie inannzitutto alle organizzazioni internazionali che ospita» assicura l’ex agente segreto in pensione.

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