Svizzera Il sociologo: «Dobbiamo lavorare in modo diverso, se vogliamo lavorare di più»

ats

4.2.2024 - 22:00

Francois Höpflinger è una personalità di primo piano nel mondo della ricerca sulla terza età.
Francois Höpflinger è una personalità di primo piano nel mondo della ricerca sulla terza età.
Keystone

Per far fronte a un aumento dell'età pensionabile – da considerare inevitabile – gli svizzeri devono poter lavorare in modo diverso: con meno stress e ricorrendo, a scadenze regolari, a semestri di congedo pagati.

Keystone-SDA, ats

È la ricetta portata avanti dal gerontologo e sociologo Francois Höpflinger, uno dei grandi esperti della terza età nella Confederazione.

«Dobbiamo coinvolgere gli anziani sani e motivati nella responsabilità sociale», afferma il 75enne in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick.

«Le persone attive invecchiano meglio. Se si assumono la responsabilità di invecchiare in modo sano, alleggeriscono il peso della prossima generazione. Per dirla in modo provocatorio: è meglio che una madre abbia bisogno di assistenza solo quando la figlia ha già raggiunto l'età della pensione».

Aumentare l'età di pensionamento? «È inevitabile»

Aumentare l'età di pensionamento? «È inevitabile», osserva l'ex professore all'Università di Zurigo. «C'è un alto livello di consenso tra gli esperti sul fatto che sia necessario. La maggioranza della popolazione è però ancora contraria. Una cosa è chiara: se vogliamo lavorare più a lungo, dobbiamo lavorare in modo diverso».

«Dobbiamo fare in modo di avere meno stress», spiega lo specialista. «La promozione della salute è importante, affinché le persone rimangano in forma e motivate più a lungo. Dobbiamo lavorare in modo più sano, ma più a lungo. Abbiamo bisogno di strutture di carriera diverse».

Finora il sistema ha funzionato in sequenza: istruzione, lavoro, pensione. «La tendenza è verso l'apprendimento permanente. Si è scoperto che questo riduce il rischio di demenza e che a 70 anni si possono ancora formare nuove cellule cerebrali».

C'è bisogno di periodi di riposo

Secondo l'accademico che si è a lungo occupato di famiglia e demografia sociale servono però anche periodi di riposo. «Chi lavora da cinque o sei anni dovrà aver diritto a sei mesi di ferie pagate: periodi sabbatici».

Chi pagherebbe? «Si potrebbe prendere in considerazione l'idea che sia lo Stato a farsi carico. Se avete 50 anni, potreste prelevare mezzo anno di AVS dal fondo apposito e poi impegnarvi a lavorare un po' più a lungo. Magari anche a tempo parziale».

«Dobbiamo eliminare lo stress»

Il fatto che gli anziani lavorino più a lungo non servirà solo per finanziare il regime pensionistico. «È importante anche per mantenere la produttività. Gli anziani portano con sé l'esperienza. Ce ne siamo resi conto: quando gli infermieri in pensione aiutano in un team, il tasso di burnout tra i giovani è più basso. Questo perché i vecchi sanno come gestire le situazioni difficili».

La popolazione – osserva l'intervistatrice – è però al momento molto negativa riguardo all'idea di lavorare più a lungo. «Attualmente il livello di stress nell'ambito dell'impiego è molto alto», risponde Höpflinger. «I giovani sono i più stressati, non gli anziani. Non si può lavorare sotto stress per 40 anni. Dobbiamo eliminare lo stress», conclude.