SvizzeraDonazione di ovociti: la commissione del CdS dice «sì»
fc, ats
23.8.2022 - 16:46
Nuovo passo avanti in vista della legalizzazione della donazione di ovociti. La Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC-S) ha deciso di sostenere una mozione in tal senso già approvata dal Consiglio nazionale.
Keystone-SDA, fc, ats
23.08.2022, 16:46
23.08.2022, 16:49
SDA
La decisione è stata presa con 6 voti contro 5.
L'atto parlamentare ha lo scopo di istituirne le basi legali e le condizioni quadro intese a permettere l'accesso alle donazioni di ovociti. Mediante un allentamento della normativa in materia di procreazione medicalmente assistita, si vuole permettere alle coppie sterili desiderose di avere figli di sottoporsi a tale trattamento in Svizzera.
Con la mozione si vuole anche eliminare la disparità di trattamento fra uomini e donne presente nella legge in vigore, dal momento che la procreazione mediante una donazione di sperma è autorizzata e attualmente praticata. In mancanza di una legislazione in merito, le donne domiciliate in Svizzera sono obbligate a praticare il turismo medico per ottenere un dono d'ovuli.
«È necessario rendere più flessibili le norme svizzere»
La modifica proposta aggiorna la legge sulla medicina della procreazione (LPAM) «agli attuali sviluppi della medicina e della società», afferma CSEC-S. La sua maggioranza è dell'avviso «che sia necessario rendere maggiormente flessibili le norme svizzere», indica una nota dei servizi parlamentari.
Una minoranza ritiene invece che, prima di avviare eventuali lavori di revisione, sia opportuno attendere i risultati della valutazione cui è attualmente sottoposta la LPAM. L'autorizzazione della donazione di ovociti dovrebbe inoltre essere esaminata contemporaneamente ad altre questioni che potrebbero porsi nei vari ambiti normativi.
La minoranza nutre inoltre «delle riserve di fondo su quanto lontano debba spingersi la libertà individuale e personale in relazione al desiderio di avere figli alla luce delle condizioni socioeconomiche e dei rischi per la salute delle donatrici», indica ancora il comunicato.