Viola ovunque Sciopero delle Donne, «Movimenti viola» ovunque

ATS / SwissTxt / pab

14.6.2019 - 19:00

La Svizzera venerdì si è tinta di viola: migliaia le azioni e le manifestazioni organizzate in occasione dello sciopero delle donne. Chiedono più tempo,  più salario, più rispetto. Azioni anche in Ticino. Grande folla in Piazza federale.

Tutte le donne sono state invitate a smettere di lavorare alle 15.24, quando – secondo le statistiche sul divario salariale – avranno terminato il tempo di lavoro retribuito su una giornata di 8 ore per cominciare a lavorare gratis.

A Berna alle 11.00 si è avuto un assaggio in vista della grande manifestazione prevista per il tardo pomeriggio, con in prima linea la consigliera federale Viola Amherd e la presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio.

Dal mattino presto

Innumerevoli le iniziative in tutto il paese, da quelle più intime tra le quattro mura domestiche – astensione dai lavori casalinghi e panni viola stesi al sole – a quelle ufficiali quali l'incontro sulla Piazza federale, passando per le attività organizzate dai vari collettivi, dalle scuole, dalle chiese, da sindacati e da diverse associazioni, anche in Ticino.

Le prime azioni si sono già tenute allo scoccare della mezzanotte: a Losanna diverse «guardiane» hanno sostituito il collega maschio che per tradizione annuncia l'ora agli abitanti dalla torre della cattedrale. A Basilea il logo dello sciopero è stato proiettato sulla torre Roche, più alto grattacielo della Svizzera. In diverse città alle prime luci dell'alba è iniziata la distribuzione di volantini con le rivendicazioni.

In 10'000 sulla Piazza federale

La Piazza federale di Berna costituisce il cuore pulsante del «movimento lilla», con azioni di ogni tipo organizzate a scandire i vari momenti della giornata. Poco prima di mezzogiorno vi è stato un primo attimo «ufficiale»: accolte da circa 10'000 persone Viola Amherd e Marina Carobbio sono apparse sul selciato davanti a Palazzo federale, accompagnate da altre rappresentanti politiche.

La presidente del Consiglio nazionale ha infatti deciso la sospensione, poco prima delle 11.00, della seduta della Camera del popolo per consentire alle parlamentari di partecipare brevemente alla manifestazione. I dibattiti sono ripresi alle 11.15.

«Abbiamo bisogno di donne a tutti i livelli»

Alla ripresa dei lavori, la consigliera federale Viola Amherd ha fatto una breve dichiarazione per esprimere il suo sostegno alla causa. Citando Josi Meier (PPD/LU), la prima donna a presiedere il Consiglio degli Stati nel 1991-1992, la vallesana ha detto che «sì, le donne devono stare a casa («Haus»): nelle case comunali, nei municipi e a Palazzo federale» («Gemeindehaus», «Rathaus» e «Bundeshaus», in tedesco).

«Abbiamo bisogno di donne a tutti i livelli; che partecipino, che lavorino, che parlino, che si esprimano, dovunque esse siano, ai fornelli o altrove», ha affermato la consigliera federale facendo riferimento al suo cognome («am Herd» significa appunto ai fornelli).

Azioni anche in Ticino, con il clou a Bellinzona

Anche in Ticino venerdì erano previste diverse iniziative. Il momento clou è stata la manifestazione a Bellinzona, che è iniziata con un corteo partito poco dopo le 17.00 dalla stazione di Bellinzona fino a Piazza Governo.

Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati 10'000, ma stando alla stima ufficiale della polizia comunale, contattata dalla RSI, non superavano i 4'000.

Una vera e propria onda viola ha investito la capitale, un'onda composta da migliaia di persone: tante donne, evidentemente, ma anche molti uomini solidali e tante famiglie con bambini. La manifestazione si è svolta in maniera festosa e pacifica, ma anche ferma e decisa, per chiedere il rispetto della parità di genere.

Sciopero itinerante

Lo sciopero in Ticino è stato itinerante, perché ha attraversato il Cantone fermandosi in luoghi significativi per le discriminazioni di genere.

L'azione, iniziata alla dogana di Chiasso «per solidarizzare con le donne migranti e frontaliere», ha toccato il centro commerciale di Grancia e gli studi della RSI per concludersi al San Giovanni di Bellinzona. 

La data del 14 giugno non è stata scelta a caso. Si riferisce alla votazione federale del 14 giugno 1981 che ha accolto l'articolo costituzionale sulla parità tra donne e uomini. Dieci anni dopo, il 14 giugno 1991, le donne svizzere hanno scioperato coinvolgendo 500'000 persone.

«Movimenti viola» ovunque

Altre, numerosissime manifestazioni, sono avvenute in tutto il paese. A Zurigo i collegamenti dei tram nei pressi della stazione centrale sono stati interrotti dal primo pomeriggio: centinaia di manifestanti si sono sedute sui binari e hanno sbarrato con dei nastri lo snodo del centro cittadino.

A Losanna un centinaio di manifestanti hanno bloccato in mattinata il ponte Bessières, ribattezzato per l'occasione «passerELLE Nicole Niquille», un'alpinista friburghese. A Neuchâtel diverse statue sono state vestite di viola, mentre a Sion vi è stata una dimostrazione di fronte al Parlamento vallesano. A Bienne le campane hanno suonato per segnare l'inizio dello sciopero, mentre a Lucerna le chiese cattoliche sono state addobbate con palloncini rosa.

Anche giornali e siti di informazione hanno dedicato pagine e articoli allo sciopero delle donne. Diversi quotidiani svizzeri, fra cui La Regione, hanno tinto la testata di viola o pubblicato in prima pagina i simboli del «movimento viola».

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