Svizzera Doppio cognome, la revisione deve includere anche per i figli

nw, ats

3.2.2023 - 21:48

Immagine d'illustrazione
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gr.ch

Nella questione riguardante il ritorno del doppio cognome, la Commissione degli affari giuridici del Nazionale vuole includere anche il cognome dei figli nella revisione.

3.2.2023 - 21:48

Durante la consultazione sul tema, si legge in un comunicato odierno dei Servizi del Parlamento, quasi la metà dei partecipanti si è rammaricata del fatto che la revisione non ha alcun conseguenze sul cognome dei figli. La commissione, con 19 voti contro 5, si è quindi pronunciata per l'inclusione del cognome dei figli nella revisione. La maggioranze ritiene infatti che la scelta del cognome da parte dei coniugi sia strettamente legata alla scelta del cognome dei figli e che spesso la influenzi.

Nello specifico, la commissione ha istituito una sottocommissione incaricata di presentarle varianti di soluzione per l'inclusione del cognome dei figli entro la seduta del 26 e 27 ottobre 2023. La sottocommissione si compone di un rappresentante di ciascun gruppo parlamentare (6 membri).

Più in generale, sulla possibilità di doppio cognome dopo il matrimonio, la commissione ha presentato due varianti: una soluzione definita «piccola» e una detta «grande». La prima variante prevede l'introduzione di un disciplinamento che ricalca in gran parte il diritto in vigore prima del 1° gennaio 2013. La seconda, ovvero quella grande, prevede di consentire a entrambi gli sposi di portare un doppio cognome la cui formazione sarebbe soggetta a regole meno rigide.

La commissione prende atto che la netta maggioranza dei partecipanti alla consultazione è in linea di principio favorevole alla reintroduzione del doppio cognome e che la variante grande ha avuto complessivamente più consensi.

Interruzione di gravidanza

Con 14 voti contro 11 la commissione propone poi alla sua Camera di non dare seguito a un'iniziativa che chiede di stralciare la questione dell'aborto dal Codice penale per inserirla in una legge specifica ("Affinché l'aborto sia considerato in primo luogo una questione concernente la salute e non una fattispecie penale").

La maggioranza pensa che la necessità di intervenire non sia accertata soprattutto perché, a sua conoscenza, negli ultimi vent'anni non vi sono stati procedimenti penali legati all'aborto in Svizzera. Inoltre, sottolinea che il regime dei termini, ampiamente approvato dal Popolo nel 2002 e che ha depenalizzato l'interruzione di gravidanza durante le prime 12 settimane se la donna incinta si trova in uno stato di angustia, ha dimostrato chiaramente la sua validità.

nw, ats