Federali 2023L'esito delle elezioni non stravolge l'economia, ma su alcuni temi si sentirà
hm, ats
23.10.2023 - 15:00
L'esito delle elezioni federali – avanzata dell'UDC, riflusso dei Verdi – non dovrebbe avere un impatto notevole sull'economia elvetica.
23.10.2023, 15:00
23.10.2023, 15:25
SDA
È l'opinione degli esperti, secondo i quali comunque il lieve spostamento a destra potrebbe influire su questioni cruciali quali le relazioni con l'Unione europea (Ue), il reclutamento di manodopera e l'energia.
«L'impatto di queste elezioni sull'economia dovrebbe rimanere limitato», indica all'agenzia Awp Arthur Jurus, capo economista della banca Oddo BHF Svizzera. «I negoziati per un nuovo accordo quadro tra la Svizzera e l'Ue potrebbero però diventare più difficili». Gli esportatori elvetici, il cui principale mercato internazionale è rappresentato dall'Europa, seguiranno con attenzione il tema.
Anche i consumi privati, un importante motore dell'economia elvetica oggi sempre più minato dall'inflazione, potrebbero risentire dell'operato degli eletti al Nazionale e agli Stati. «L'UDC auspica una riduzione delle imposte e delle tasse, nonché un aumento del tasso di autosufficienza alimentare dal 56,9% al 60%». Quest'ultimo aspetto potrebbe accrescere i costi fissi e ridurre l'impatto positivo del franco sui prodotti importati, ma in compenso si ridurrebbero gli oneri normativi e di trasporto. L'assicurazione sanitaria, i cui premi sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, «rimarrà inoltre una questione strategica».
Klaus Wellershoff, specialista della società di consulenza Wellershoff & Partners, ritiene che la polarizzazione del dibattito durante la campagna elettorale non abbia dato frutti. «Le conseguenze per l'economia non possono che essere positive, con un calo dell'influsso dell'ideologia sulla politica economica».
Secondo l'esperto, «tutti i partiti dovranno concentrarsi maggiormente sui temi dell'immigrazione, dell'energia, della sicurezza e della politica estera». Le due formazioni principali del paese, UDC e PS, non sono però ancora riuscite a raggiungere un accordo sui grandi temi della riforma delle pensioni e dei costi della sanità. Dovrebbero invece essere possibili progressi sul fronte dell'energia. Per quanto riguarda le relazioni bilaterali con l'Ue, «dichiarare l'Europa il nemico pubblico numero uno non può che danneggiare il paese», argomenta Wellershoff.
Per il capo economista di Raiffeisen Fredy Hasenmaile le aziende potrebbero avere difficoltà a colmare i posti vacanti, con il tasso di disoccupazione che si attesta al 2%. Dal nuovo parlamento ci si può aspettare una politica d'immigrazione e di asilo più restrittiva. Il reclutamento di lavoratori stranieri per coprire il fabbisogno di manodopera «potrebbe non funzionare più», soprattutto se l'iniziativa popolare dell'UDC «No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)» dovesse avere successo.
I mercati hanno da parte loro praticamente ignorato il voto. Alla borsa svizzera, l'indice di riferimento SMI nel pomeriggio scendeva dello 0,5%, sulla scia di dinamiche internazionali legate ai timori di escalation in Medio Oriente. Il franco è tornato ai livelli della fine della scorsa settimana: il corso è di 0,9462 franchi per l'euro e di 0,8922 franchi per il dollaro.