Covid Covid, Omicron si propaga veloce, la Svizzera è tra i Paesi più colpiti d'Europa

ATS

4.1.2022

La pandemia di Covid-19, e in particolare della variante Omicron del virus, si propaga in fretta. Secondo gli esperti della Task Force ciò dovrebbe ripercuotersi sul numero di ricoveri – adesso stabili – in Svizzera nei prossimi giorni e nelle settimane.

ATS

4.1.2022

Secondo Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità publica (UFSP) malgrado al rapidissima diffusione della variante Omicron meno persone dovrebbero aver bisogno di cure speciali (leggi intense), rispetto ai pazienti colpiti dalla variante Delta, che ancora porta diversi malati nei reparti d'ospedale.

Stando a Mathys, tuttavia, questa situazione potrebbe avere ripercussioni negative per l'approvvigionamento e le imprese, a causa dell'elevato numero di persone infettatesi col virus. Ciò vale anche per il personale sanitario, ha aggiunto Rudolf Hauri, presidente dell'Associazione dei medici cantonali, secondo cui gli ospedali incominciano a lamentare l'assenza di personale, cui è stata ordinata una quarantena.

«Errori nei dati, non succederà più»

Mathys ha tenuto anche a scusarsi per l'«errore» di lunedì in merito alla diffusione dei dati delle infezioni durante le feste di fine anno.

In pratica, sono stati dimenticati i dati di giovedì, ossia non sono stati comunicati separatamente diversamente da quelli di venerdì e sabato, ciò che molti utilizzatori delle piattaforme social e giornalisti hanno fatto notare all'UFSP. Quest'ultimo è corso ai ripari durante il pomeriggio di ieri fornendo le informazioni complete.

Nelle prossime settimane, ha assicurato Mathys aggiungendo di essere consapevole del fatto che molte persone fanno affidamento sui dati dell'UFSP per svolgere il loro lavoro, non si ripeteranno errori del genere poiché non sono previsti giorni festivi.

La Svizzera messa come la Gran Bretagna e la Francia

Per quanto attiene alla situazione epidemiologica generale, con oltre 2000 casi su 100'000 abitanti negli ultimi 14 giorni, la Svizzera registra una delle incidenze del virus tra le maggiori d'Europa assieme a Gran Bretagna, Danimarca, Spagna e Francia.

Le persone maggiormente interessate sono i giovani tra i 20 e i 29 anni, anche se il virus si sta diffondendo tra tutte le fasce d'età.

Due terzi di tutte le infezioni sono imputabili alla variante Omicron del coronavirus. I ricoveri, in calo, si sono stabilizzati in 80 al giorno e le persone in cure intense anche (300-320 persone) con un'occupazione del 40%. I decessi sono anch'essi in flessione, ha affermato Mathys, attestandosi a poco meno di 20 al giorno.

Sale il tasso di riproduzione

Dopo una flessione durante le feste, il numero di test ha cominciato a risalire raggiungendo i numeri pre-vacanze (circa 60'000 al giorno ora) con un tasso di positività di oltre il 28%, chiaramente in crescita.

Tutto ciò si rispecchia sul tasso di riproduzione, ormai attestatosi all'1,37, indice che l'epidemia sta accelerando. A detta di Mathys, basandosi sulle analisi, un numero importante di casi non viene scoperto.

Per tutti questi motivi, nonostante la flessione dei ricoveri, nei prossimi giorni e settimane la tendenza dovrebbe invertirsi, anche se meno persone dovrebbero far capo alle cure intense. Ciò potrebbe comunque avere conseguenze sul personale delle imprese e l'approvvigionamento del Paese.

«Ci vuole l'impegno di tutti»

Riassumendo, Mathys dice: «Quello che temevamo è successo». Per questo motivo, ha esortato la popolazione a proteggersi, evitando contatti inutili, indossando la mascherina anche quando non è necessario, rispettando le regole d'igiene, facendosi testare in caso di sintomi e facendosi vaccinare al più presto, compresi coloro che hanno ricevuto le due dosi e attendono il richiamo.

«Per rallentare Omicron, ci vorrà ancora una volta l'impegno di tutti noi. Grazie per aver contribuito ancora una volta a combattere l'onda Omicron», ha concluso l'esperto dell'UFSP.

La quarantena ridotta è una buona soluzione

La parola passa ora a Rudolf Hauri, presidente dell'associazione dei medici cantonali, secondo il quale ridurre la quarantena da dieci a sette giorni, come ha fatto la maggior parte dei cantoni, è un bene per la società. Per il momento, i cantoni potevano decidere da soli se adottare le raccomandazioni dell'UFSP.

La ricerca di contatti ha mostrato che più persone vaccinate sono ora infettate. Nelle unità di terapia intensiva, tuttavia, il rapporto tra vaccinati e non vaccinati rimane stabile.

I centri di vaccinazione devono anche essere preparati per le crescenti carenze di personale a causa di Omicron, ha detto Hauri. Ciò richiede una pianificazione globale e la mobilitazione di riserve.

Omicron, la prudenza è d'obbligo

Nel suo intervento Samia Hurst, vice presidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale e docente all'Università di Ginevra, ha sostenuto che l'ondata della variante Omicron non si è fatta sentire ancora sugli ospedali per quanto riguarda il particolare le cure intense.

Oltre il 90% delle persone che vi sono ricoverate ha contratto la variante Delta, benché quella Omicron sia ormai prevalente. La transizione per quanto attiene ai ricoveri della variante Omicron dovrebbe avvenire nelle prossime due settimane.

Stando a vari studi internazionali (Sudafrica, Gran Bretagna, Stati Uniti), la variante Omicron sarebbe meno virulenta della variante Delta. Tuttavia, la forte diffusione di Omicron potrebbe influire negativamente sul personale sanitario, costretto all'isolamento perché infettatosi.

In gioco la qualità delle cure

Tutto ciò potrebbe avere conseguenze negative anche per i pazienti ospedalizzati, non per forza nei reparti di cure intensive, che necessitano pur sempre di un'attenzione specialistica. Insomma, è in forse la qualità delle cure.

Il sovraccarico dei centri per i test potrebbe inoltre riflettersi negativamente sulle persone immunodepresse, per le quali sarebbe più complicato sottoporsi ad analisi in caso di bisogno. Per questo motivo è decisivo evitare i contatti e proteggersi, facendosi vaccinare al più presto: la rapidità è tutto in questo frangente ha messo in guardia Samia Hurst.

Hurst, in conclusione ha ricordato ancora una volta le misure di protezione: arieggiare frequentemente i locali, vaccinarsi, ridurre i contatti sociali e osservare le misure igieniche.

Il virus colpisce anche i bambini

Alain Di Gallo parla della situazione dei bambini che sono ancora poco protetti dalla vaccinazione. Con l'inizio della scuola, l'attenzione si è spostata sulle misure di protezione.

L'esperto sottolinea che l'obiettivo primario deve essere quello di tenere aperte le scuole e di assicurare che la vita quotidiana possa continuare senza interruzioni.

Un mezzo importante nelle scuole è la ventilazione regolare dei locali. Questo migliora la qualità dell'aria. I rilevatori di CO2 sono uno strumento adatto per monitorare la qualità dell'aria interna.

Anche i test Covid ripetuti sono un buon strumento, se praticati preferibilmente due o anche tre volte alla settimana. Inoltre, tutti i bambini dovrebbero partecipare ai test, anche quelli asintomatici.

La mascherina rimane fondamentale

La quarantena è un buon modo per abbassare l'onda, soprattutto per i bambini sopra i sei anni. I bimbi con sintomi dovrebbero rimanere a casa - anche se Di Gallo avverte che questo potrebbe essere stressante per chi si prende cura di loro.

Secondo l'esperto della task force, le mascherine protettive hanno senso indipendentemente dalla ventilazione. Perché solo loro proteggono dalla trasmissione dei virus attraverso le goccioline.

Come quinta e ultima misura di protezione, Di Gallo raccomanda la vaccinazione dei bambini. Perché anche i bambini sani dovrebbero essere vaccinati? La vaccinazione dovrebbe proteggere anche da Omicron, incluso il Long Covid. Prima si vaccinano i bambini, più rapidamente si contiene la circolazione del virus.

La situazione in Svizzera

Intanto in Svizzera continua la ripida crescita dei numeri delle persone positive al Covid. Nelle ultime 24 ore, si sono infatti registrati 20'742 nuovi casi di SARS-CoV-2. Sono stati segnalati 15 nuovi decessi legati alla malattia, mentre 109 persone sono state ricoverate in ospedale.

Nelle ultime 24 ore in Ticino sono stati registrati 1'354 nuovi casi di positività al Covid, ben 556 in più del giorno precedente. Anche nei Grigioni v'è stato un forte aumento, con 767 nuovi casi. Il giorno precedente ne erano stati annunciati 423.

Aumentano in modo sensibile anche le ospedalizzazioni che salgono di ben otto unità in Ticino e di quattro nei Grigioni.

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