In diretta da Berna alle 14h00 gli esperti della Confederazione, tra i quali Patrick Mathys, capo della Sezione gestione delle crisi dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), hanno fatto il punto della situazione sulla pandemia di Covid in Svizzera.
Patrick Mathys ha aperto la conferenza stampa ponendo l'attenzione sul fatto che, a suo parere, i numeri giornalieri dei nuovi contagi non potranno essere molto affidabili fino al termine della settimana a causa del ritardo subito dai risultati dei test.
Tuttavia ha affermato Mathys, «si è potuta osservare una tendenza leggermente in aumento - questo vale anche per i decessi e i ricoveri ospedalieri. Un buon quinto dei letti disponibili in terapia intensiva sono attualmente occupati da pazienti affetti da Covid. Questo è un aumento piuttosto significativo».
L'effetto della vaccinazione non si percepisce ancora
Secondo Mathys, attualmente non vi è alcun effetto statisticamente significativo e visibile della vaccinazione sull'occupazione dei letti di terapia intensiva. Ad oggi, oltre il 90 percento dei casi di Covid in Svizzera può essere fatto risalire alla mutazione britannica. È la variante del virus che circola in Svizzera. Ecco perché in futuro l'UFSP non li qualificherà più come varianti, ha spiegato Mathys.
Il capo della Sezione gestione delle crisi dell'UFSP ha aggiunto che si inizia a disegnare una tendenza che dimostra che i pazienti nelle unità di terapia intensiva sono più giovani di prima. Nello specifico, si hanno pazienti nella fascia di età compresa tra i 50 e i 70 anni.
In presenza di sintomi niente autotest
Infine, Mathys ha fornito alcuni dettagli in più sugli autotest disponibili da oggi nelle farmacie svizzere. La corsa agli autotest finora è stata limitata nella maggior parte dei luoghi.
Mathys ha inoltre spiegato per quali soggetti non sono adatti gli autotest: si tratta principalmente di persone che si sentono male e presentano sintomi. In questo caso, si consiglia un test PCR o un test antigenico piuttosto che un autotest. Ha invece senso fare un autotest prima delle celebrazioni familiari o di altri incontri, a patto di non venire a contatto con persone a rischio.
Davanti ai media prenderanno la parola anche Martin Ackermann, capo della speciale Task Force della Confederazione e Linda Nartey, medico cantonale bernese, vicepresidente dell'associazione dei medici cantonali.
Gli effetti della campagna vaccinale tra tre mesi
Anche Martin Ackermann della task force Covid ha preso la parola spiegando che ci vorranno circa tre mesi prima che l'effetto della campagna di vaccinazione sia chiaramente evidente. Cosa potrebbe succedere prima di allora? Ackermann si pronuncia a favore della riduzione del numero di casi.
Un numero basso di casi significherebbe, tra le altre cose, ha spiegato l'esperto, che un minor numero di persone soffre di Long Covid, e avrebbe anche un effetto positivo sulla salute mentale della popolazione. Inoltre, contenere l'epidemia è più facile ed economico quando il numero di casi è basso.
Ackermann avverte inoltre come in altri Paesi europei vi sia un aumento del numero dei casi. In Svizzera la crescita è rallentata negli ultimi giorni, ma: «I dati attuali non mostrano ancora come si sia evoluta la situazione nel periodo pasquale».
La situazione in Svizzera peggiora
La situazione generale in Svizzera è contraddistinta da un balzo del tasso di positività dei test, passato dal 4,92% di ieri al 6,82% di oggi. Nelle ultime 24 ore, si sono registrati 2301 nuovi casi di Covid, secondo le cifre pubblicate dall'UFSP, che si riferiscono ai risultati di 33'742 test.
Nelle ultime 24 ore sia in Ticino che nei Grigioni non è stato registrato nessun nuovo decesso legato alla pandemia. Sono invece 77 i nuovi casi di contagio in Ticino e 38 quelli in territorio retico. In entrambi i cantoni sale il numero delle persone ospedalizzate.