Anche le persone che scoprono grazie ad un test sierologico di essere state contagiate dal Covid potrebbero ben presto ottenere un certificato sanitario. Lo propone il Consiglio federale che esclude per il momento un allentamento dei provvedimenti adottati.
Secondo l'esecutivo i rischi sono attualmente ancora troppo elevati per poter procedere a una revoca, anche parziale, dell'obbligo del pass covid per i settori dove è in vigore. Nonostante il bel tempo autunnale e le vacanze, si assiste infatti da alcuni giorni a una stagnazione dei contagi. In conferenza stampa, il ministro della sanità ha definito la situazione «stabile ma fragile».
In diversi regioni i contagi hanno già ripreso a salire. «Il tasso di riproduzione del virus è superiore a «1» nella maggior parte dei cantoni, e ciò malgrado le misure attuali», ha precisato Berset. Nelle prossime settimane non è escluso un ulteriore aumento dei contagi, visto l'arrivo della stagione fredda.
A tutto questo si aggiunge la variante Delta, molto più contagiosa delle precedenti. Le persone infette necessitano inoltre più spesso e più a lungo di cure intensive, di conseguenza gli ospedali sono maggiormente sotto pressione.
Troppo pochi vaccinati, l'esempio degli altri paesi
Anche se la crescente immunizzazione della popolazione contribuisce a frenare la circolazione del virus, la percentuale delle persone vaccinate è ancora troppo bassa per scongiurare ulteriori ondate.
Per il Consiglio federale tornare alla situazione in vigore fino a inizio settembre – ossia con mascherina, distanziamento e limiti delle capacità negli spazi chiusi – non è dunque una buona idea, ha spiegato Berset.
Un'altra alternativa esaminata dall'esecutivo è la rinuncia a tutte le misure protettive. Ci sono Paesi che quando l'hanno fatto avevano una copertura vaccinale simile alla Svizzera. Si tratta di Israele e Paesi Bassi. Quando hanno tolto i provvedimenti restrittivi si è però osservato un rapido aumento dei casi, tanto che si è dovuto reintrodurre misure di contentamento, ha ricordato il ministro della sanità.
Altri Paesi con una copertura vaccinale nettamente superiore alla nostra, come la Danimarca, hanno revocato le misure restrittive. Qui si è osservato un aumento dei casi ma non delle ospedalizzazioni, a dimostrazione dell'efficacia del vaccino, ha sottolineato Berset.
Nuova valutazione a metà novembre
In Svizzera è invece prematuro pensare di revocare il pass covid per i ristoranti e le strutture del tempo libero.
Il governo afferma comunque di voler allentare l'obbligo del certificato quando gli ospedali non rischieranno più il sovraccarico, e ciò indipendentemente dal tasso di copertura vaccinale.
A metà novembre, quando si potranno valutare gli effetti delle temperature più fredde e della fine delle vacanze autunnali, il Consiglio federale procederà a una nuova analisi della situazione.
Certificato con il test per gli anticorpi
Nel frattempo l'accesso al pass dovrebbe venir esteso. In futuro potrebbero essere rilasciati certificati anche a persone che possono provare la guarigione sulla base di un test per gli anticorpi (test sierologico) positivo.
Questi test dovranno essere eseguiti in Svizzera in laboratori accreditati da Swissmedic, ha precisato Patrick Mathys della sezione crisi e cooperazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Il test sierologico sarà a pagamento. Il costo medio è di 70 franchi, ha detto Berset. «Non spetta alla collettività pagare questi test», ha aggiunto il consigliere federale ricordando come ogni tampone costi un multiplo di una vaccinazione.
La validità dei certificati covid rilasciati in base ai test sierologici, che saranno disponibili da metà novembre, sarà limitata a 90 giorni. Saranno inoltre riconosciuti solo in Svizzera.
Accesso facilitato anche per i turisti
Attualmente, oltre ai testati e ai vaccinati, il pass covid può essere rilasciato a chi può provare di essere guarito dalla malattia sulla base di un test PCR risultato positivo. La sua validità per quest'ultima categoria passerà da 180 a 365 giorni.
Dato che nell'UE tali certificati continueranno ad essere riconosciuti solo per 6 mesi, la validità prolungata è prevista unicamente per l'impiego sul territorio svizzero.
Il governo prevede poi un accesso agevolato per le persone che non possono farsi vaccinare o testare. Già oggi hanno la possibilità di accedere a strutture e manifestazioni con obbligo del certificato. In futuro potranno ottenere un pass svizzero elettronico valido un anno.
Un accesso agevolato è pure previsto per i turisti. Attualmente un certificato covid valido in Svizzera e nell'UE viene rilasciato ai viaggiatori a cui è stato somministrato all'estero un vaccino omologato da Swissmedic o autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali.
In futuro saranno riconosciuti in Svizzera – ma non nell'UE – tutti i preparati approvati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Attualmente tale facilitazione riguarda i vaccini cinesi Sinovac e Sinopharm. La validità sarà limitata a 30 giorni.
Tutte queste misure sono ora state poste in consultazione fino al 26 ottobre. La decisione definitiva sarà presa dal Consiglio federale il 3 novembre.
La situazione in Svizzera
In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 1442 nuovi casi di Covid-19. Sono inoltre stati segnalati cinque nuovi decessi e altre 34 persone sono state ricoverate in ospedale. Era dal 22 di settembre che non si superava quota 1400 casi giornalieri.
La tendenza all'aumento dei contagi emersa a livello nazionale viene riscontrata anche dalle autorità sanitarie grigionesi, ma non in Ticino, dove però cresce il numero delle persone ricoverate.