Da Berna, dalle 14:00, gli esperti, tra i quali Virginie Masserey, capo della sezione Controllo infezioni dell'Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP), hanno fatto il punto della situazione sulla pandemia in Svizzera.
Nonostante la forte propagazione della variante Omicron del Covid-19, (oltre il 90%) tra la popolazione, con un numero di infezioni che tende a stabilizzarsi a un alto livello, la situazione negli ospedali, e in particolare nella cure intense, è ancora gestibile.
Lo ha affermato oggi ai media, durante il consueto rapporto settimanale sulla situazione pandemica, Virginie Masserey. Circa l'accorciamento del periodo di quarantena e isolamento, l'esperta ha spiegato che la decisione del Consiglio federale si spiega con le caratteristiche di Omicron: tale variante si manifesta prima della Delta.
Tuttavia, a suo avviso, anche dopo la fine della quarantena è sempre meglio portare una mascherina ed evitare luoghi affollati: il pericolo di essere ancora positivi, benché senza sintomi, è reale. Sussiste quindi la possibilità di trasmettere l'infezione.
Più quarantene
Stando a Masserey, il numero di persone in quarantena è cresciuto rispetto a una settimana fa, anche se il periodo di isolamento è stato ridotto da 10 a 5 giorni: ciò è dovuto all'alto numero di casi.
Tale decisione non si spiega solo con le caratteristiche della variante Omicron, ma anche col fatto che manca sempre più personale in settori importanti dell'economia e dei servizi, ospedali compresi. Al momento non è in vista un cambiamento della situazione.
Ricoveri, per ora, stabili
Per le prossime settimane, stando a Masserey i casi potrebbero aumentare ancora, anche se più lentamente. Ad essere particolarmente toccati dal virus rimangono i giovani e le persone attive.
L'attuale forte diffusione del virus non si traduce però in un aumento marcato dei ricoveri in cure intensive, che rimangono stabili (30% dei posti disponibili, 70% letti occupati).
Quanto ai ricoveri, 136, è difficile al momento delineare una tendenza, ha spiegato la specialista dell'UFSP. Per quanto riguarda i decessi, la media è inferiore a 20 al giorno, quindi a un basso livello e tendenzialmente in diminuzione.
Incidenza, forti variazioni regionali
In merito ai test, si oscilla attorno agli 80 mila al giorno, con punte fino a 100 mila. Il tasso di positività – fino al 50% per i test PCR – è assai elevato, con l'incidenza che varia molto da un cantone all'altro: particolarmente toccati dal fenomeno sono la regione del Lemano, dove anche i ricoveri tendono a crescere, al pari del Ticino.
Tenuto conto dei numeri, secondo Masserey vi sono molte persone infette che sfuggono alle maglie dei test perché asintomatiche.
A detta di Masserey, il tasso d'immunità elevato nella popolazione, addebitabile alla vaccinazione e alla forte circolazione del virus, protegge largamente da ricoveri e da un'evoluzione grave della malattia.
Per questo ha esortato chi ancora non l'ha fatto ad annunciarsi per la terza dose di vaccino al fine di acquisire una protezione ottimale dalla malattia e dalla trasmissione dell'infezione. Non bisogna attendere insomma un preparato specifico per la Omicron.
Vaccino: convincere gli indecisi
A proposito della dose di richiamo, l'UFSP sta pianificando una campagna per spingere gli indecisi a farsi vaccinare per la terza volta. Tra l'altro, presto dovrebbe essere possibile anche offrire una terza dose per i giovani tra i 12 e i 15 anni, ha affermato Masserey. L'UFSP sta lavorando a una raccomandazione in tal senso.
Le vaccinazioni giornaliere sono in media 60'000; si tratta soprattutto di terze dosi, ha spiegato Masserey, la quale ha sottolineato che le restrizioni in vigore rimangono sempre importanti per evitare la propagazione del virus.
In Svizzera, sulla base dei dati pubblicati oggi dall'UFSP, le persone – bambini compresi – che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono il 69,9% della popolazione, mentre quelle completamente immunizzate sono il 67.91%. Per quanto riguarda invece solamente gli adulti, al momento la quota di persone completamente vaccinate si attesta attorno all'80%.
Ospedali, situazione ancora gestibile
Secondo Rudolf Hauri, presidente dell'associazione dei medici cantonali, non si è ancora verificata un'ondata di ricoveri in Svizzera a causa di Omicron. Tuttavia, si intravvedono chiaramente marcate differenze regionali. Ci sono più ricoveri soprattutto nella Svizzera occidentale, ha spiegato.
Ma gli ospedali sono pronti per affrontare un carico elevato di lavoro, ha aggiunto il medico cantonale di Zugo. La pratica dimostra che la vaccinazione fornisce una buona protezione. Le persone vaccinate possono ammalarsi, ma un loro ricovero in cure intense è meno probabile.
Al momento, colli di bottiglia non sono noti nei reparti di cure intense. Si registrano invece assenze di personale a causa di malattie, isolamenti e quarantene. Finora, trasferimenti di pazienti in altri ospedali non sono stati quasi mai necessari.
Stando ad Hauri, la maggior parte delle persone continua ad infettarsi in seno alla famiglia o alla cerchia di amici. Anche durante gli eventi, ma non in modo eccessivo.
La situazione in Svizzera
In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 29'142 nuovi casi di covid, secondo l'UFSP. 14 nuovi decessi sono stati segnalati e 125 persone sono state ricoverate in ospedale.
Esattamente una settimana fa, l'UFSP ha annunciato 24'602 casi, ovvero 4540 in meno. Lo stesso giorno si contavano 16 decessi e 129 ricoveri.
654 persone si trovano attualmente in cure intense. I pazienti Covid occupano il 30,30% dei posti disponibili in terapia intensiva, con un tasso d'occupazione del 74,30%.
La situazione in Ticino e nei Grigioni
In Ticino i nuovi casi sono 1'004, in calo rispetto ai 1'222 di ieri. Sono 168 i pazienti ricoverati, 8 in meno di lunedì. Invariata invece la situazione nelle cure intense, con 17 pazienti. I nuovi morti sono quattro. Da inizio pandemia le persone decedute a causa della malattia sono 1'081.
Nei Grigioni i nuovi contagi sono 625, in aumento rispetto ai 449 ieri. Ci sono state 5 dimissioni dall’ospedale, che hanno portato il totale dei degenti da 39 a 34, di cui 6 in terapia intensiva. Non si registrano decessi.