Sospetta corruzione Sospetto di corruzione, fine del mandato per l'azienda lituana che stampa i visti

ATS

2.6.2019 - 14:26

Passaporto svizzero
Passaporto svizzero
Source: KEYSTONE/AP/FRANK AUGSTEIN

La Confederazione ha messo fine al mandato affidato alla società lituana Garsu Pasaulis che stampava le cosiddette vignette (o sticker) per i visti concessi dalla Svizzera.

L'azienda e la sua casa madre, la belga Selmex, sono sospettate di corruzione. Grazie all'offerta più vantaggiosa, l'impresa dell'est europeo aveva ottenuto il mandato a scapito della concorrente bernese Orell Füssli, che stampa le banconote per la Banca nazionale svizzera (BNS).

Garsu Pasaulis e Selmex sono sospettate di aver corrotto funzionari in vari paesi e di aver falsificato passaporti, indica nella sua edizione odierna la SonntagsZeitung, che compila varie informazioni, pubblicate anche da media prestigiosi come l'agenzia di stampa Reuters.

Il ritiro del mandato costituisce «una reazione alle diffuse accuse di corruzione», dice al domenicale Giulia Ciarla, portavoce dell'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL), che con l'Ufficio federale della migrazione (oggi Segreteria di Stato della migrazione) aveva deciso di attribuire il mandato all'azienda lituana.

La Confederazione ha compiuto questo passo per salvaguardare la propria reputazione e per evitare di dover risarcire eventuali danni, ha aggiunto Ciarla, indicando che per il momento non vi sono indizi secondo cui passaporti svizzeri siano finiti in mani sbagliate.

Informazioni su casi di corruzione relativi a Garsu Pasaulis e Selmex su internet erano noti già prima dell'attribuzione del mandato elvetico per la stampa delle vignette per visti, fa notare la SonntagsZeitung.

Un anno e mezzo fa il consigliere nazionale Alois Gmür (PPD/SZ), in un atto parlamentare, aveva manifestato i suoi dubbi sull'attribuzione di un mandato così sensibile all'estero. Nella sua risposta il Consiglio federale aveva spiegato che, nel rispetto della legge, l'amministrazione è stata obbligata a dare il mandato a Garsu Pasaulis, perché questa azienda aveva presentato l'offerta finanziariamente più vantaggiosa. Una sua esclusione sarebbe stata possibile solo se vi fossero stati pericoli in relazione a «sicurezza e ordine pubblici».

Interrogato dalla SonntagsZeitung, Gmür non ha dubbi: «La Confederazione risparmia nel posto sbagliato quando affida mandati al miglior prezzo in Europa orientale». Ci saranno conseguenze negative se le ditte svizzere si fanno superare dalle concorrenti estere solo per i loro prezzi da dumping. Il deputato svittese chiede dunque una modifica della legge.

Anche il consigliere agli Stati Beat Vonlanthen (PPD/FR), pure interpellato dal domenicale, giudica un errore l'attribuzione del mandato a Garsu Pasaulis, ma reputa che la legge già oggi offre il margine di manovra che avrebbe permesso di escludere l'offerta della società lituana.

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