Dopo 24 anni Fiscalità: la Svizzera non è più nella lista nera italiana

SDA

20.4.2023 - 11:42

La consigliera federale Karin Keller-Sutter (foto d'archivio)
La consigliera federale Karin Keller-Sutter (foto d'archivio)
KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE

La Svizzera non è più sulla lista nera italiana relativa alla tassazione delle persone fisiche. Trovata pure una soluzione transitoria per il telelavoro dei frontalieri.

Keystone-SDA, SDA

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica concernente la regolarizzazione di alcune questioni fiscali pendenti.
  • In particolare, l'Italia toglie la Svizzera dalla black list del 1999.
  • Durante il colloquio tra le due parti, Giorgetti si è inoltre dimostrato fiducioso che nelle prossime settimane il parlamento italiano ratificherà il nuovo accordo relativo all'imposizione dei frontalieri sottoscritto nel 2020.

Berna e Roma hanno firmato oggi, giovedì, una dichiarazione volta a «risolvere le restanti questioni fiscali», ha annunciato il Dipartimento federale delle finanze (DFF).

La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica concernente la regolarizzazione di alcune questioni fiscali pendenti.

In particolare, l'Italia toglie la Svizzera dalla black list del 1999, si legge in un comunicato del DFF. Ciò elimina un ostacolo amministrativo nelle relazioni fiscali tra i due Paesi, sottolinea il Dipartimento nella nota.

La Confederazione e la vicina Repubblica hanno trovato pure una soluzione transitoria in merito all'imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri valida fino al 30 giugno.

«Risolte finalmente due importanti questioni fiscali»

Questo accordo amichevole sarà firmato non appena l'Italia avrà varato le basi legali per lo stralcio della Svizzera dalla black list. Si tratta di una soluzione transitoria, valida retroattivamente da febbraio, ai sensi dell'accordo sui frontalieri del 1974.

«La dichiarazione dirime finalmente due importanti questioni fiscali aperte tra Svizzera e Italia», ha affermato Karin Keller-Sutter, citata nella nota.

Durante la pandemia da coronavirus, nel giugno 2020, Berna e Roma avevano concluso un accordo che prevedeva «eccezionalmente e provvisoriamente» regole speciali sull'imposizione del telelavoro. Questo accordo non è stato prorogato oltre il 31 gennaio di quest'anno a causa della fine delle restrizioni alla libera circolazione.

Lista nera: questione annosa

Da anni la Svizzera chiedeva di essere rimossa dalla lista nera dei paradisi fiscali istituita dall'Italia nel 1999. Con questa misura, Roma intende dare la caccia a persone facoltose che dichiarano una residenza fittizia all'estero per eludere il fisco.

La black list prevede una «inversione dell'onere della prova» in materia di domicilio fiscale per le persone fisiche residenti in Italia che trasferiscono la loro residenza in Svizzera: in altre parole, spetta al potenziale evasore – e non alle autorità fiscali – dimostrare di avere un domicilio permanente all'estero.

Lo scorso novembre, l'allora presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha nuovamente chiesto all'Italia di rimuovere la Svizzera dalla sua lista nera in occasione della visita di Stato a Berna del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. «Non c'è più motivo» che la Confederazione compaia in questa lista dato che Berna ha fatto i suoi compiti, ha sostenuto l'ex primus inter pares del Consiglio federale.

In un tweet, il PLR ha salutato un «successo» della sua consigliera federale: «Dopo 24 anni di stallo, ha risolto le questioni fiscali tra Svizzera e Italia». Per il partito, l'accordo raggiunto «è una tappa positiva nella relazione con uno dei principali partner del nostro paese».

Imposizione dei frontalieri

Durante il colloquio tra le due parti, Giorgetti si è inoltre dimostrato fiducioso che nelle prossime settimane il parlamento italiano ratificherà il nuovo accordo relativo all'imposizione dei frontalieri sottoscritto nel 2020.

L'accordo, che sostituirà quello del 1974, prevede che la Confederazione trattenga l'80% dell'imposta alla fonte sui redditi dei frontalieri che lavorano in Svizzera. I «nuovi» frontalieri – cioè quelli che lavoreranno nella Confederazione per la prima volta dopo l'entrata in vigore del trattato – sono inoltre soggetti alla tassazione ordinaria in Italia, che deve eliminare la doppia imposizione ove necessario.

Una disposizione transitoria si applica alle persone che lavorano o hanno lavorato in Ticino, nei Grigioni o in Vallese tra l'inizio del 2019 e l'entrata in vigore del nuovo accordo. Inoltre, la Svizzera verserà ai Comuni italiani di confine una compensazione finanziaria pari al 40% dell'imposta alla fonte riscossa.

Il Senato italiano ha adottato l'accordo all'inizio di febbraio, ma la Camera dei deputati deve ancora pronunciarsi. In Svizzera, l'Assemblea federale ha già avallato l'intesa nel marzo del 2022.