Wikileaks I giuristi svizzeri chiedono l'asilo per Assange

ATS

2.5.2019 - 13:25

«Giù le mani da Assange»: un cartello contro l'estradizione negli USA mostrato da sostenitori a Londra, dove si decide il suo destino.
«Giù le mani da Assange»: un cartello contro l'estradizione negli USA mostrato da sostenitori a Londra, dove si decide il suo destino.
Source: Keystone/AP/MATT DUNHAM

Una ventina di giuristi svizzeri hanno firmato un appello al Consiglio federale affinché conceda l'asilo a Julian Assange.

Il fondatore di Wikileaks è in attesa a Londra di una decisione sulla richiesta di estradizione americana per «pirateria informatica» e a loro avviso rischia negli Stati Uniti la tortura e perfino la pena di morte.

Fra i 22 firmatari figurano alcuni nomi noti come l'ex presidente del Tribunale federale Giusep Nay, il consigliere nazionale socialista ginevrino Carlo Sommaruga, il professore di diritto penale all'università di Friburgo Marcel Niggli, l'avvocato di Basilea Andreas Noll e i colleghi zurighesi Marcel Bosonnet, Philip Stolkin e Bernard Rambert, indica un loro comunicato diffuso giovedì, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Consiglio federale poco propenso

I firmatari dell'appello considerano la concessione dell'asilo da parte del Consiglio federale «una dichiarazione d'impegno da parte del governo nei confronti della società civile, dei diritti umani e della libertà di stampa».

Richieste in favore dell'asilo ad Assange in Svizzera c'erano già state in passato. Il Consiglio federale aveva però mostrato poco entusiasmo: in risposta a una interpellanza del consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS) il governo aveva scritto nel febbraio 2017 che l'oggi 47enne australiano non può essere considerato un difensore dei diritti umani e quindi non può godere della relativa protezione previste dalle linee guida della Svizzera in materia. Il governo non si era allora pronunciato sull'eventuale asilo per altri motivi.

Il contributo di Wikileaks al giornalismo investigativo

Secondo l'appello dei giuristi, il giornalismo investigativo non sarebbe stato possibile senza la piattaforma Internet Wikileaks di Julian Assange. Grazie a Wikileaks – aggiunge – sappiamo tra l'altro che la NSA (il servizio segreto di spionaggio elettronico statunitense) sorveglia le persone sull'intero pianeta, che nessun programma di computer è al sicuro dai servizi segreti statunitensi, che in Afghanistan ci sono stati omicidi e torture «extralegali» con l'approvazione degli Stati occidentali.

Assange ha «portato alla luce i crimini di guerra degli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq», aggiungono ancora i giuristi. Gli Stati Uniti – affermano – sono «un paese che ha una lunga storia nel ridurre al silenzio i whistlerblower» e i suoi procuratori accusano l'australiano anche di delitti che prevedono la pena di morte. A loro avviso «non c'è da aspettarsi un processo equo».

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