BERNA
I batteri unicellulari, benché di taglia infima, riescono a mescolare l'acqua dei laghi. Lo ha appurato per la prima volta uno studio condotto nel lago di Cadagno dagli scienziati dell'istituto federale Eawag, che hanno chiamato questo fenomeno "bioconvezione".
Dalle ricerche condotte finora appariva impossibile che i piccoli vortici prodotti dai microrganismi nuotando fossero in grado di mescolare la forte stratificazione delle acque di un lago, causata ad esempio dalle differenze di temperatura o di tenore salino.
Ma ora un nuovo studio diretto dall'istituto federale per l'approvvigionamento, la depurazione e la protezione delle acque (Eawag) di Dübendorf (ZH) ha mostrato come i batteri possano benissimo mescolare notevoli volumi d'acqua, non agitandola direttamente con i loro flagelli ma raggruppandosi in una zona ristretta, facendone così aumentare la densità: l'acqua diventa più pesante e inizia a scendere, insieme con i piccoli organismi. Ciò provoca il rimescolamento e uno scambio fisico e chimico - spiega un comunicato odierno dello stesso Eawag, la cui ricerca è stata pubblicata da "Geophysical Reserarch Letters".
Il gruppo internazionale diretto dall'Eawag non ha dimostrato l'esistenza del fenomeno solo sperimentalmente in laboratorio ma anche nel lago di Cadagno, situato nella regione di Piora in Leventina. In questo specchio d'acqua a 1921 metri di quota i batteri della specie Chromatium okenii riescono a mescolare completamente strati d'acqua spessi fino a due metri.
I microorganismi si trovano prevalentemente a profondità dove l'acqua del lago ticinese non contiene più ossigeno e formano uno spesso strato (fino a diecimila batteri per millilitro d'acqua) a circa 12 metri di profondità.
I batteri nuotano in su, in direzione della luce, si raggruppano al limite dove l'acqua non contiene ancora ossigeno facendo aumentare il valore della densità del liquido di qualche millesimo. Un aumento esiguo ma sufficiente per far scendere l'acqua più pesante e iniziare il rimescolamento.
Nel lago di Cadagno questo fa sì che in piena estate a una profondità di circa 11-13 metri i parametri come temperatura o tenore salino restino improvvisamente uniformi invece di continuare ad aumentare o diminuire con la profondità come si potrebbe presumere.
Allo studio dall'Eawag, condotto da Tobias Sommer e Alfred Johnny Wüest, hanno partecipato la SUPSI di Bellinzona, il Politecnico federale di Zurigo (ETH), quello di Losanna (EPFL), l'MPI di Brema, l'Università dello Iowa (USA), la Middle East Technical University di Ankara (Turchia).
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