Aiuto umanitario Il CICR in cerca di fondi: trattative con la Svizzera e altri donatori

pl, ats

7.6.2023 - 16:39

«Il CICR ha bisogno di contributi aggiuntivi e la Svizzera può dare l'esempio», dice la presidente Mirjana Spoljaric (foto d'archivio).
«Il CICR ha bisogno di contributi aggiuntivi e la Svizzera può dare l'esempio», dice la presidente Mirjana Spoljaric (foto d'archivio).
Keystone

Il CICR, confrontato con gravi difficoltà finanziarie, è in trattativa con la Svizzera e gli altri principali donatori per ottenere più fondi. L'atteggiamento della Svizzera nei confronti dell'organizzazione influenza quello degli altri Paesi.

7.6.2023 - 16:39

«La discussione è ancora in corso», ha dichiarato oggi alla stampa la presidente Mirjana Spoljaric ad Avully (GE), a margine della presentazione di un drone antimine del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).

Nelle ultime settimane, il CICR ha avuto colloqui simili con gli altri principali donatori, ossia gli Stati Uniti, la Germania, l'UE e le autorità britanniche. La Svizzera versa al CICR poco più di 160 milioni di franchi all'anno e ha inoltre concesso un prestito di 200 milioni per far fronte agli effetti della pandemia. La questione è ora se questo prestito debba essere rimborsato.

L'esempio svizzero

Il CICR, che fino alla fine dell'anno non saprà quale sarà la risposta al suo appello, ha già ridotto per quest'anno il suo budget di 440 milioni. Come altri, l'organizzazione subisce le conseguenze dell'inflazione e del calo di generosità dei donatori legati alla pandemia e alla guerra in Ucraina.

«Quello che chiediamo sono contributi aggiuntivi», e soprattutto flessibili, ha detto la presidente Spoljaric. «La Svizzera sa qual è il nostro deficit di fondi».

L'organizzazione vorrebbe ampliare la sua base di donatori, «ma questo non avviene dall'oggi al domani». «Naturalmente la Svizzera è importante per il CICR» e il suo sostegno significativo incoraggia altri Paesi ad aiutare l'istituzione, ha aggiunto Spoljaric.

L'organizzazione ha recentemente annunciato che sarà costretta a licenziare 1800 dei suoi 20'000 dipendenti. Diverse delegazioni saranno chiuse. L'organizzazione deve tuttavia poter continuare a «lavorare nelle zone di conflitto» per aiutare i civili, ha insistito la presidente.

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