Covid Il Consiglio federale si ritrova mercoledì, sul tavolo ci sono molte richieste

gbi

11.1.2022

I consiglieri federali Alain Berset, Simonetta Sommaruga, Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin tornano a discutore di Covid questa settimana.
I consiglieri federali Alain Berset, Simonetta Sommaruga, Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin tornano a discutore di Covid questa settimana.
Keystone

Vacanze natalizie finite, si torna alla vita quotidiana: dopo una pausa di quasi un mese, il Consiglio federale si riunisce di nuovo questa settimana per la prima volta. Sul tavolo ci sono già molte richieste.

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Molto è cambiato da quando i sette consiglieri federali si sono incontrati per l'ultima volta in una riunione ordinaria. L'ultima risale al 17 dicembre, durante la quale il Governo ha deciso l'introduzione delle regole 2G/2G+, il ritorno al telelavoro e altre misure.

Quel giorno l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) aveva segnalato 8'780 nuovi casi di Covid in Svizzera.

Da allora, però, la variante Omicron ha preso il sopravvento sul processo di infezione, con le ben note conseguenze: oltre 20.000 nuove infezioni al giorno e indicativamente più di 100.000 persone che si trovano in isolamento o quarantena. Si tratta di una «nuova dimensione», avverte Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni.

BAG
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Alla fine dell'anno, il Consiglio federale ha però avuto uno scambio di opinioni telefonico in occasione di una seduta straordinaria, ma ha deciso di non modificare nulla.

È possibile fermare l'ondata di Omicron? Il Governo ne discuterà mercoledì. Come dovrà parlare di eventuali adeguamenti alle attuali misure anti-Covid. Perché in molti, in queste settimane, hanno già espresso le loro aspettative da Berna al riguardo. Vediamole.

Regole della quarantena

La richiesta di una riduzione del periodo di quarantena e di isolamento è quella maggiormente sentita. La direttrice della sanità di Zurigo Natalie Rickli, insieme ai suoi colleghi dei cantoni della Svizzera orientale, ha scritto una lettera al Consiglio federale, chiedendo che la durata di entrambe le misure sia dimezzata da dieci a cinque giorni.

In caso contrario, la Svizzera rischia di essere bloccata a causa dell'esplosione del numero di casi, ha avvertito sulla «NZZ am Sonntag».

Rickli riceve il sostegno del più alto medico cantonale del paese, Rudolf Hauri di Zugo. Ci sono molte indicazioni che le persone infette da Omicron trasmetterebbero il virus per meno tempo, giustifica sulla «NZZ am Sonntag». Anche l'organizzazione mantello delle imprese Economiesuisse insiste da tempo sulla riduzione della quarantena.

Lockdown

Se la possibilità di una chiusura di varie attività è già stata citata, la speranza è che non sia necessario arrivare a tanto nonostante Omicron. Blocchi simili non porterebbero a nulla nella situazione attuale se non a un rinvio dei problemi, ritiene ancora Rickli. Che prevede: «La popolazione poi non sarebbe più disposta a partecipare».

Anche l'esperto della Task force Richard Neher è dell'opinione che non si debba arrivare fino  a questo punto: «Non credo che abbiamo bisogno di un blocco totale», ha detto il ricercatore in un'intervista a TeleBasel. Invece, bisogna affrontare pragmaticamente la situazione e capire come possa essere evitato un sovraccarico del sistema ospedaliero in modo mirato.

Il fatto che un lockdown non sia da mettere in atto trova d'accordo anche i maggiori partiti svizzeri, stando a quanto riferito durante il programma di della SRF «Arena», andata in onda lo scorso venerdì sera. La maggioranza dei presidenti (UDC, PS, FDP, Centro, Verdi e Verdi Liberali) ha espresso la propria approvazione per la politica prudente, ma moderata del Consiglio federale.

Scuole

Diverse misure anti-Covid vengono messe in atto nelle scuole. Almeno per quanto riguarda l'obbligo di indossare la mascherina, i presidi ora vogliono regole uniformi in tutta la Svizzera. Ciò faciliterebbe anche le discussioni tra insegnanti e genitori, ha detto all'agenzia di stampa Keystone-SDA Thomas Minder, presidente dell'Associazione dei presidi scolastici (VSLCH).

Nella vita scolastica di tutti i giorni è «estremamente difficile» per gli insegnanti quando ad alcuni bambini viene detto a casa di non indossare una mascherina. Poi capita che nella stessa classe ci siano allievi con e altri senza una protezione.

Strategia di test

Anche gli operatori dei laboratori locali, dato l'elevato numero di casi, ritengono che molto debba cambiare nella strategia di test: «Visto quanto si sta diffondendo velocemente Omicron, è urgente adattare il regime di test», ha detto a blue News Martin Risch, membro del Consiglio di amministrazione dell'Associazione dei laboratori medici della Svizzera.

A loro avviso, la regola secondo cui un test antigenico positivo deve essere confermato da un test PCR deve essere annullata. I test antigenici hanno un «alto valore predittivo positivo», la verifica è quindi un «uso inappropriato delle risorse diagnostiche».

L'UFSP sta già esaminando tale adeguamento. In futuro dopo un test antigenico rapido positivo, questo dovrebbe venire segnalato direttamente al tracciamento cantonale dei contatti e all'UFSP. Un test di conferma PCR, d'altra parte, diventerebbe obsoleto.

Il ministro della salute Alain Berset ha recentemente fatto sapere via Twitter che misure più severe – fino anche alle chiusure – sono già nel cassetto. Se queste saranno applicate, alla fine, è un'altra questione.

Il Consiglio federale ha sempre affermato che il suo principale obiettivo è quello di mantenere una situazione gestibile negli ospedali. E fortunatamente al momento è così. Nelle unità di terapia intensiva, il tasso di occupazione è stato recentemente del 78,9%, un valore simile a quello dell'ultima riunione del Governo di dicembre. L'utilizzo delle capacità generali degli ospedali è attualmente circa del 77,7%.

Nonostante Omicron, l'utilizzo delle unità di terapia intensiva è relativamente stabile.
Nonostante Omicron, l'utilizzo delle unità di terapia intensiva è relativamente stabile.
Grafico UFSP

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha smorzato di conseguenza le aspettative di misure più severe: quelle entrate in vigore il 20 dicembre – che, come detto in precedenza, comprendono l'obbligo del telelavoro e il regolamento 2G per il settore della ristorazione – si sono dimostrate valide, ha spiegato il consigliere federale sempre durante la trasmissione «Arena».

Berset ha anche dichiarato in uno dei suoi ultimi Tweet: «Gli ospedali hanno ancora capacità, ma devono prepararsi a casi più gravi». Lo stesso vale per l'economia, che deve anche gestire carenze di personale più frequenti.

Anche la direttrice sanitaria di Zurigo Rickli ritiene che le prossime settimane saranno impegnative: tuttavia, ora è importante portare la popolazione «sulla difficile strada che ci attende».

Le attuali misure anti-Covid sono in vigore fino al 24 gennaio.