Covid e fuga di notizie Il portavoce di Alain Berset voleva «destabilizzare» Ignazio Cassis?

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16.1.2023

Il Consigliere federale Alain Berset, a destra, con il suo ex capo della comunicazione Peter Lauener.
Il Consigliere federale Alain Berset, a destra, con il suo ex capo della comunicazione Peter Lauener.
KEYSTONE/Alessandro della Valle

Dopo le nuove rivelazioni sulle indiscrezioni trapelate dal dipartimento di Alain Berset, i parlamentari criticano l'attuale presidente della Confederazione. Il procuratore pubblico straordinario Peter Marti deve però indagare anche su un altro sospetto.

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16.1.2023

Dopo che la «Schweiz am Wochenende» ha riferito che Peter Lauener, ex capo della comunicazione di Alain Berset, ha ripetutamente trasmesso al gruppo Ringier informazioni riservate sulle misure anti Covid previste dal Consiglio federale, sabato sera lo stesso presidente della Confederazione ha accennato per la prima volta ai fatti. Berset ha parlato di «indiscrezioni illegali», che non ha voluto commentare ulteriormente.

Nel frattempo, la direzione del «Blick» ha negato in un'e-mail interna, citata da «persoenlich.com», che l'amministratore delegato di Ringier Marc Walder fosse in qualche modo coinvolto nella vicenda. «Il Blick insinua che siamo riusciti a pubblicare due articoli esclusivi grazie alla comunicazione tra il Dipartimento federale dell'interno e il nostro CEO, Marc Walder. Questo è falso. Abbiamo ricostruito meticolosamente come sono nati i due articoli durante il fine settimana», si legge nell'e-mail.

Secondo l'e-mail, i due articoli che sono principalmente in discussione si basavano su fonti della redazione politica e di un redattore di Palazzo federale. Ladina Heimgartner, CEO del Gruppo Blick, e Christian Dorer, caporedattore del Gruppo, hanno inoltre sottolineato nella loro e-mail interna che il Gruppo Blick lavora in modo indipendente.

Il fatto che l'amministratore delegato di un'azienda mediatica mantenga contatti con dei responsabili politici è un fatto comune, ma non ha alcuna influenza sull'informazione.

Berset convocato in udienza?

Nel frattempo, i primi parlamentari stanno reagendo alle «fughe di notizie sul Covid», riferisce SRF. Il vicepresidente della Commissione Werner Salzmann, dell'UDC di Berna, ha detto all'emittente che la Commissione di controllo del Consiglio degli Stati inviterà il consigliere federale Alain Berset a un'audizione.

Dato che la fiducia nel Dipartimento della salute sta sprofondando drasticamente, le Commissioni della gestione (CDG) vorrebbero tenere delle audizioni con il procuratore pubblico straordinario Peter Marti, con il Consigliere federale Alain Berset e con l'ex capo della comunicazione Peter Lauener, ha detto Salzmann.

Ha anche tirato in ballo una Commissione Parlamentare d'Inchiesta (CPI): «Se quello che dice la stampa è vero, allora siamo vicini alla decisione di aver bisogno di una CPI».

Giova però ricordare come le possibilità d'azione sono comunque limitate, visto che le CDG rispettano il procedimento in corso del procuratore pubblico straordinario Peter Marti e la separazione dei poteri, ha detto lunedì a Keystone-ATS la presidente della commissione del Nazionale Prisca Birrer-Heimo (PS/LU).

La Commissione si occupa già delle indiscrezioni

Il collega di partito di Salzmann, il consigliere nazionale dell'UDC di Zurigo Alfred Heer, ha già fatto un passo avanti. Secondo SRF, ha dichiarato: «Se il signor Berset non si dimette, allora dobbiamo indagare su questo caso». Vuole anche chiedere alla CDG di richiedere la corrispondenza e-mail tra Lauener, Ringier e forse Berset. Heer ha inoltre lamentato la violazione del principio di collegialità, in quanto il dipartimento di Berset ha informato il Consiglio federale solo dopo i media.

Matthias Michel (PLR/ZG), Presidente della Commissione del Consiglio degli Stati, è stato meno duro. Ritiene però altamente problematico che l'Amministrazione federale e i media collaborino con delle indiscrezioni. Come ha spiegato Michel alla SRF, era già in corso un'indagine della CDG del Nazionale (CDG-N) sul tema delle indiscrezioni relative alle riunioni del Consiglio federale. Pertanto, «probabilmente non verrà avviata un'altra indagine separata» in parallelo.

Katharina Prelicz-Huber, consigliera nazionale dei Verdi di Zurigo e membro del CDG-N, non ha potuto commentare le accuse rivolte a Berset alla SRF. Ha detto all'emittente che le sembra più una campagna contro Berset. Dopo tutto, ha detto, durante la pandemia è stato importante fornire alla popolazione informazioni regolari.

I verbali delle udienze riportati da «Schweiz am Wochenende» andrebbero oltre lo scambio di informazioni sul Covid, secondo CH-Media.

Indiscrezioni anche su Cassis? «Non dico nulla»

II procuratore pubblico straordinario Peter Marti avrebbe interrogato Berset, Lauener e il boss di Ringier Walder, tra gli altri, in merito a uno scambio tra Lauener e un redattore del «Sonntags-Blick», che potrebbe aver riguardato la «destabilizzazione del consigliere federale Cassis», riportano i titoli di «CH Media».

Secondo quanto da loro riferito, Marti sospetta che nel corso di uno scambio tra Lauener e il giornalista si sia trattato di mettere in cattiva luce il consigliere federale ticinese Ignazio Cassis.

Durante gli interrogatori, Marti avrebbe prodotto uno scambio di e-mail datato 15 ottobre 2020 in cui il giornalista chiedeva a Lauener una discussione di fondo, affermando: «Sto scrivendo un articolo sul signor Cassis e sul perché non sembra ancora essere davvero arrivato in Consiglio federale». Ha anche menzionato un'apparizione nei media in cui Cassis era «quasi costantemente in modalità di difesa».

In una risposta via e-mail, Lauener aveva segnalato la sua disponibilità a parlare. Secondo qunato scrivono i giornali di CH-Media, Marti ha chiesto lumi a Lauener riguardo a questo aspetto: «Pensa che sia giusto che lei o il consigliere federale Berset possiate essere coinvolti in una tale destabilizzazione, o che si stia già creando l'impressione che una cosa del genere possa accadere?». L'ex responsabile della comunicazione di Berset ha risposto: «Non dico nulla».

Lo stesso Berset si sarebbe rifiutato di testimoniare.