VotazioniImposta preventiva: dopo il testa a testa, alla fine prevale il «no»
mp, ats
25.9.2022 - 18:22
Dopo un testa a testa durato tutto il pomeriggio, alla fine i contrari alla modifica della legge federale sull'imposta preventiva hanno prevalso i «no» con il 52,01%. Le proiezioni dell'istituto demoscopico di Gfs.bern, che davano il no in vantaggio al 51%, sono state confermate.
Keystone-SDA, mp, ats
25.09.2022, 18:22
25.09.2022, 19:04
SDA
Stando ai risultati definitivi, 14 cantoni si sono pronunciati contro il testo (BE, UR, GL, FR, SO, BS, BL, SH, VD, VS, NE, GE, JU, ZH), mentre 12 hanno detto di sì (LU, SZ, OW, NW, ZG, AR, AI, SG, GR, AG, TG, TI).
Il sostegno maggiore alla riforma della legge è stato raccolto nel canton Nidvaldo (62,68%), quello più scarso nel Giura (36,03%). Sia il Ticino (50,23% di sì) che i Grigioni (53,35%) hanno approvato la modifica. Nei grandi cantoni di Berna e Zurigo l'ha spuntata il no con rispettivamente il 57,81% e il 51,72%. In Romandia, la riforma è stata bocciata in tutti i cantoni.
Che il risultato su questo oggetto dovesse essere risicato non è una sorpresa: secondo l'ultimo sondaggio SSR prima delle votazioni, la percentuale dei favorevoli si attestava al 47% (-2 punti) e quella dei contrari al 44% (+9 punti), mentre una percentuale elevata (9%) era ancora indecisa. Stando invece all'ultimo sondaggio di Tamedia, i «sì» erano il 40% (34% nel precedente sondaggio), mentre i «no» erano il 48% (stabile) e gli indecisi il 12%.
Riforma «troppo unilaterale»
Soddisfazione per il risultato è stata espressa dai ranghi della sinistra e dai sindacati, per i quali la riforma avrebbe favorito soprattutto multinazionali e grandi investitori, che avrebbero ottenuto nuovi privilegi a spese della popolazione. I promotori del referendum sono riusciti a convincere gli elettori che il progetto avrebbe incoraggiato l'evasione fiscale e rischiato di comportare perdite fiscali fino a 800 milioni di franchi all'anno in caso di aumento dei tassi di interesse.
Secondo il consigliere nazionale Samuel Bendahan (PS/VD), la riforma è stata fatta in maniera «troppo unilaterale». «Non bisogna mai gongolare», ha ammonito Bendahan. «Ma una cosa è certa, la sinistra, quando si batte contro un progetto fiscale, anche se perde, ha la capacità di persuadere» un ampio spettro di elettori.
Dal canto suo, il co-presidente del Partito socialista svizzero Cédric Wermuth vede nel voto risicato di oggi una conseguenza della massiccia campagna dei favorevoli all'abolizione parziale dell'imposta preventiva. A suo avviso alla fine, però, la popolazione ha capito che si trattava soltanto di un sussidio per poche multinazionali. Secondo il consigliere nazionale argoviese del PS, «ora dovremmo smetterla con questa politica che divide il Paese».
Contrari «sono riusciti a far paura»
Di ben altro avviso i partiti borghesi, tutti favorevoli all'iniziativa (come Governo e maggioranza del Parlamento). A loro parere, con la riforma la Svizzera avrebbe rafforzato l'attrattiva della sua piazza economica e mantenuto intatta la competitività. La revisione avrebbe consentito a Berna di attrezzarsi meglio contro una concorrenza sempre più agguerrita in ambito fiscale.
Logica quindi la loro delusione: gli avversari dell'abolizione dell'imposta preventiva sulle obbligazioni «sono riusciti a far paura alla popolazione con argomenti demagogici», secondo il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD). Il liberale-radicale vodese ha citato in particolare «le perdite fiscali fortemente ingrandite» avanzate dai contrari alla riforma o l'accusa secondo la quale la modifica della legge avrebbe favorito la cosiddetta frode fiscale.
Secondo i favorevoli alla riforma, la complessità del tema in votazione ha giocato un ruolo decisivo. Per il consigliere nazionale Thomas Matter (UDC/ZH), «quando il cittadino non capisce qualcosa, vota no». A suo avviso, v'è comunque un segnale positivo nell'esito serrato dello scrutinio.
Buona infine la partecipazione al voto, che è stata del 51,01%.