L'esperto«Chiesa presidente dell’UDC? Non sarà un avversario per Martullo-Blocher»
Di Julia Käser
9.8.2020
Marco Chiesa potrebbe ben presto diventare il nuovo presidente dell’UDC. Un politologo analizza le possibili ragioni di questa nomina inaspettata e l’influenza del clan Blocher.
Signor Stojanović, Marco Chiesa è anche considerato il portavoce di Herrliberg. Come giudica il suo rapporto con Christoph Blocher?
A tal proposito non si possono fare che speculazioni, ma diversi elementi indicano che Chiesa sia in contatto stretto con Christoph Blocher e soprattutto che gli è leale sul piano politico. Non sarebbe di certo la stessa cosa per Alfred Heer, per esempio, anch’egli in corsa per la presidenza.
Si stanno sollevando voci che chiedono le dimissioni di Magdalena Martullo-Blocher dal Comitato dell’UDC, nel caso in cui Marco Chiesa ne assumesse la presidenza, a causa della stretta vicinanza fra i due.
A proposito di Nenad Stojanović
Keystone
Nenad Stojanović è politologo e professore SNF all'Università di Ginevra. Le sue ricerche vertono sul nazionalismo, la democrazia diretta e il multiculturalismo. Fra il 2007 e il 2013 è stato membro del Gran consiglio ticinese per il PS.
Una parte dell’UDC ritiene che l’influenza della famiglia Blocher sia troppo forte e addirittura dannosa per la democrazia interna del partito. Ma una cosa è certa: fin tanto che Christoph Blocher detterà legge in seno al partito, sua figlia ricoprirà un ruolo importante. Dopotutto, le sue ambizioni legate al Consiglio federale non sono di certo un segreto: è proprio a questo scopo che la sua presenza nella direzione del partito risulta importante.
In Ticino, l’UDC è in una certa qual misura eclissato dalla Lega. Pensa che puntare su uno dei rappresentanti del cantone sia davvero la scelta giusta per far uscire il partito da questa famosa crisi?
In realtà non penso che Chiesa sia stato la prima scelta della commissione di selezione o del Signor Blocher. Sui social network, per esempio, un ex presidente ticinese del PS ha perfino ipotizzato che questa nomina giocasse un ruolo importante in relazione alle eventuali ambizioni della signora Martullo-Blocher al Consiglio federale.
Potrebbe spiegarci questo punto in maniera più dettagliata?
Il presidente del partito rappresenta pur sempre un altro potenziale candidato al Consiglio federale. È stato il caso di Ueli Maurer, per esempio. Se quest’ultimo lasciasse adesso il suo posto di consigliere federale, un presidente di partito originario della Svizzera tedesca sarebbe un naturale candidato e quindi un rivale per Magdalena Martullo-Blocher. In tal senso, con un ticinese alla presidenza del partito, non c’è alcuna concorrenza dal momento che in Consiglio federale siede già un altro ticinese, in questo caso Ignazio Cassis del PLR in carica solo dal 2017.
Secondo la commissione di selezione, l’obiettivo sarebbe anche quello di rafforzare l’UDC in Svizzera romanda. In quanto ticinese, Marco Chiesa è il candidato ideale in tal senso?
Con questa argomentazione, la commissione di selezione punta probabilmente a distogliere l’attenzione dalle reali motivazioni. Non è di certo perché parla relativamente bene il francese che Marco Chiesa è la persona giusta per rafforzare l’UDC in Svizzera romanda. Del resto, già l’elezione del vodese Guy Parmelin al Consiglio federale si è fondata su questa argomentazione. Tuttavia, in seguito, l’UDC ha perso le elezioni in Svizzera romanda.
Marco Chiesa sembra riscuotere successo presso la popolazione, come testimoniano la sua elezione al Consiglio nazionale nel 2015 così come quella al Consiglio degli Stati nel 2019. Cosa lo rende tanto popolare?
Non è detto che sia «così» popolare. Lo scorso novembre, al secondo turno delle elezioni ticinesi al Consiglio degli Stati, non è stato scelto dal 60% degli elettori. Senza una costosa e massiccia campagna elettorale, nonché un’alleanza strategica con la Lega e perfino – dietro le quinte – con l’ala destra del PLR, probabilmente non avrebbe vinto.
Ciò significa che non è così popolare come suggeriscono i suoi risultati elettorali?
È senz’altro vero che in pubblico dà l’impressione di essere simpatico. È stato così in Ticino e sarà probabilmente così anche nel resto del Paese. I ticinesi godono spesso di un fattore simpatia, soprattutto nella Svizzera tedesca.
Conosce Marco Chiesa anche in qualità di uomo politico. Cosa fa di lui un politico?
È intelligente, ascolta e riflette attentamente prima di dire o fare qualsiasi cosa. I suoi avversari politici lo apprezzano come interlocutore poiché consente loro di avere una discussione fruttuosa e concreta.
Per concludere, pensa che Marco Chiesa sarà eletto presidente anche in caso di una battaglia elettorale?
Sì. Per quanto sarebbe auspicabile che l’UDC abbia un secondo candidato ufficiale – che si tratti di considerazioni interne al partito o pubbliche.