Sanità Infermieri lasciano il piano d'azione del Governo

ATS

21.1.2019 - 17:05

L'Associazione Svizzera Infermieri (ASI) non parteciperà al "piano d'azione" per l'elaborazione di misure nel settore sanitario, lanciato in seguito all'iniziativa "per cure infermieristiche forti".
L'Associazione Svizzera Infermieri (ASI) non parteciperà al "piano d'azione" per l'elaborazione di misure nel settore sanitario, lanciato in seguito all'iniziativa "per cure infermieristiche forti".
Source: KEYSTONE/GAETAN BALLY

L'Associazione Svizzera Infermieri (ASI) non parteciperà al "piano d'azione" per l'elaborazione di misure nel settore sanitario, lanciato in seguito all'iniziativa "per cure infermieristiche forti".

"Visto che il Consiglio federale non mette alcuna risorsa a disposizione, non vediamo per quale ragione dovremmo di partecipare", ha spiegato Sophie Ley, vicepresidente dell'ASI.

Il Consiglio federale riconosce che il settore rischia di dover far fronte a una grave penuria, ma ha comunque respinto l'iniziativa senza controprogetto. L'esecutivo intende sviluppare un piano per "migliorare la situazione di tensione nel settore delle cure" senza mettere a disposizione risorse finanziarie, si legge in un comunicato.

Gli infermieri non credono più che il Consiglio federale riconosca veramente la necessità di agire al più presto. "Non ha senso discutere di misure per le quali non ci sono risorse disponibili", afferma Ley.

L'iniziativa, che verrà esaminata dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale il 24 gennaio, mira a garantire la necessaria assistenza infermieristica alla popolazione. Già attualmente si registra una carenza di personale sanitario, soprattutto per quanto riguarda gli infermieri visto che ci sono oltre 6'000 posti vacanti. Senza l'adozione di misure adeguate, la situazione peggiorerà ulteriormente e entro il 2030 saranno necessari 65'000 addetti alle cure supplementari.

Diversi studi hanno dimostrato che in mancanza di sufficiente personale qualificato si registra un aumento del rischio di decesso dei pazienti e di complicazioni come piaghe da decubito, cadute, infezioni e riammissioni in ospedale. Queste complicazioni non causano solo inutili sofferenze, ma anche costi evitabili, precisa l'ASI.

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