PoliticaL'elezione di due «ministri» sarà il clou della sessione parlamentare
cp, ats
24.11.2022 - 08:30
A mano a mano che passano i giorni, si fa sempre più spasmodica l'attesa per l'elezione, il 7 di dicembre in piena sessione invernale delle Camere federali, dei futuri consiglieri federali che prenderanno il posto di Simonetta Sommaruga (PS) e Ueli Maurer (UDC).
cp, ats
24.11.2022, 08:30
24.11.2022, 08:47
SDA
Un appuntamento che rischia di far passare in secondo piano i lavori parlamentari, che dureranno fino al 16 di dicembre, incentrati su temi quali le future rendite della cassa pensione, i premi malattia, il preventivo 2023 o la tassazione delle multinazionali.
La rosa dei candidati/e
Per quanto riguarda la successione del «ministro» delle finanze, Ueli Maurer, al parlamento il gruppo UDC propone il consigliere nazionale bernese Albert Rösti e l'ex consigliere nazionale di Zurigo, Hans-Ueli Vogt, quest'ultimo professore universitario di diritto e consulente.
Al posto di Sommaruga, responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, le Camere avranno anch'esse a disposizione un «ticket» con due nomi, su tre candidate ufficiali.
Quest'ultime sono le consigliere agli Stati Elisabeth Baume-Schneider (JU) e Eva Herzog (BS), cui si aggiunge la consigliera di Stato bernese, e già consigliera nazionale, Evi Allemann. Il gruppo PS alle Camere dovrà tagliare una candidata.
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16.11.2022
Berset presidente
Ma a queste elezioni seguiranno senz'altro altre speculazioni: già ora si riflette infatti su un possibile rimescolamento dei dipartimenti fra i sette «ministri», con l'UDC che potrebbe rivendicare il DATEC, un'eventualità che fa venire il mal di pancia al campo rosso-verde.
Quanto al Dipartimento federale delle finanze, difficilmente l'UDC, e il campo «borghese» in generale, sarebbe disposta a cederlo alla sinistra. Insomma, gli scenari si sprecano. Unica certezza: i «ministri», per ordine di anzianità in governo, hanno il diritto di esprimere le loro preferenze.
Sempre il 7 di dicembre, l'Assemblea federale dovrà eleggere anche il presidente della Confederazione per il 2023, un onore che andrà ad Alain Berset, responsabile del Dipartimento dell'Interno. Berset, che prenderà il posto di Ignazio Cassis, ha già ricoperto questo ruolo nel 2018. La ministra della difesa Viola Amherd dovrebbe accedere invece alla vice presidenza del Consiglio federale.
Cassa pensione, un gesto per i meno abbienti
Ma i parlamentari non si limiteranno nel corso della sessione a compilare le schede di voto: li attende infatti anche la riforma della previdenza professionale, un tema che il Consiglio degli Stati avrebbe dovuto affrontare nel giugno scorso ma che ha preferito rimandare.
Il punto più importante della riforma è noto: un taglio dell'aliquota di conversione dal 6,8 al 6,0% (ciò significa che con un capitale accumulato di 100 mila franchi un assicurato riceverebbe una rendita annua di soli 6 mila franchi invece dei 6'800 attuali).
Per indorare la pillola, la commissione preparatoria ha pensato a un supplemento di rendita vita natural durante per le prime 15 classi d'età che andranno in pensione dopo l'entrata in vigore della riforma. Chi al momento del pensionamento possiede un avere di vecchiaia di 215'100 franchi o meno, avrebbe diritto al supplemento pieno. Gli assicurati con un avere di vecchiaia di 215'100-430'200 franchi avrebbero diritto a un supplemento degressivo, graduato in funzione dell'avere di vecchiaia.
AVS, verso 13esima mensilità?
La Camera del popolo affronterà invece l'iniziativa popolare «per una 13esima mensilità AVS» del PS. La commissione preparatoria ne raccomanda la bocciatura: se accolta, la proposta di modifica costituzionale aggraverebbe i problemi di finanziamento a lungo termine del primo pilastro.
La maggioranza della commissione pensa che la combinazione tra AVS e prestazioni complementari costituisca già un sistema consolidato che assicura il sostentamento economico in età avanzata. Visti i numeri in commissione, l'iniziativa non ha scampo. Il plenum dovrebbe anche respingere la proposta di elaborare un controprogetto indiretto che avrebbe previsto un corrispondente supplemento alla rendita AVS destinato alle economie domestiche con i redditi più bassi, ossia al 40% di tutte le economie domestiche.
Premi malattia, verso maggiori riduzioni?
Un altro argomento che non fa dormire sonni tranquilli a molte famiglie finirà sul banco delle Camera dei Cantoni: i premi malattia. Gli Stati affronteranno vari atti parlamentari destinati ad aumentare le riduzioni dei premi individuali. Nel settembre scorso, il Consiglio nazionale aveva accolto tutta una serie di mozioni in tal senso, frutto di un'alleanza tra la sinistra e il Centro. Tuttavia, non è detto che la Camera dei Cantoni, più conservatrice, accetti di seguire l'esempio.
Senza contare che quest'ultima dovrà anche esaminare l'iniziativa del PS per premi meno onerosi: secondo il testo, nessun assicurato dovrebbe pagare più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi delle casse malattia. A tal fine, propone che la Confederazione e i Cantoni dovrebbero contribuire maggiormente alla copertura di questi costi nella misura di due terzi e un terzo.
I «senatori» dovrebbero respingere l'iniziativa a favore di un controprogetto indiretto del Consiglio federale. Quest'ultimo prevede che i cantoni paghino un minimo compreso tra il 5 e il 7,5% delle spese lorde cantonali dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. La quota minima dipenderà da quanto i premi gravano sulle finanze degli assicurati in un Cantone. Questa nuova proposta comporta 493 milioni di franchi di ulteriori costi per i Cantoni. La quota federale rimarrebbe invariata al 7,5%.
Preventivo e imposizione multinazionali
Anche i dibattiti sul preventivo 2023 e il supplemento 2022 promettono di occupare molto tempo. Di fronte alle crisi (pandemia, guerra in Ucraina, scarsità e aumento dei prezzi), la Confederazione si avvia verso esercizi contabili più difficili, ha avvertito il ministro delle Finanze Ueli Maurer. Bisognerà fare delle scelte.
Il Consiglio nazionale discuterà anche dell'aliquota fiscale minima del 15% per le multinazionali basata sul modello OCSE, la regolazione dei lupi, la protezione delle acque sotterranee, la sicurezza alimentare e i salari minimi cantonali.
I senatori discuteranno anche della politica agricola per i prossimi anni. Il Parlamento ha congelato una prima bozza della proposta del Consiglio federale, che è stata oggetto di controversie.