SvizzeraLa pandemia ha costretto un ristorante su cinque a mollare
ATS
4.3.2021
Quasi un ristorante su cinque - più precisamente il 18,4% - ha dovuto cessare l'attività a tempo indeterminato. Lo mette in risalto un sondaggio di GastroSuisse, secondo cui solo un esercizio su tre potrà sopravvivere alla crisi senza una compensazione finanziaria.
04.03.2021, 18:56
04.03.2021, 18:57
ATS
L'inchiesta dell'organizzazione di categoria, effettuata tra il 26 febbraio e il 2 marzo coinvolgendo 3556 membri, dipinge un quadro «drammatico». Quasi il 20% ha già dovuto rinunciare alla propria attività a causa del coronavirus, mentre un altro 20% è sul punto di farlo, si legge in un comunicato odierno.
Inoltre, circa la metà di chi ha inoltrato domanda per accedere ai contributi dei casi di rigore è ancora in attesa da settimane di una risposta. A fine febbraio, il 70% dei ristoranti intervistati aveva presentato una tale richiesta.
«Disperato bisogno di aiuto che ancora non ha ricevuto»
I ritardi osservati nei pagamenti sono «inaccettabili», ha affermato, citato nella nota, il presidente dell'associazione Casimir Platzer. «La nostra industria sta soffrendo e ha un disperato bisogno di aiuto finanziario che ancora non ha ricevuto», si è lamentato.
I contributi a fondo perso si stanno dimostrando per ora insufficienti: la maggior parte degli esercizi ha ottenuto meno del 10% del "buco" derivato dalle mancate entrate. Eppure, fa notare Gastrosuisse, i limiti massimi prevedono che si arrivi fino al 20% del fatturato dell'anno precedente. Attualmente, in media sono stati versati 51'918 franchi.
Gastrosuisse ne approfitta poi per chiedere una volta di più che i ristoranti possano riaprire il più rapidamente possibile, sia all'esterno che all'interno. Il fatto che il Consiglio nazionale ieri abbia spinto per la data del 22 marzo è incoraggiante, «ma anche gli Stati devono seguire questo esempio e chiedere al Consiglio federale di agire», mette in evidenza Platzer.